Braccato, il "divin codino" ha perso la pazienza. Anche se il suo tasso di sopportazione è elevato grazie alla pratica della compassione buddista ed è abituato a polemiche e contestazioni, stavolta ha detto basta. roberto Baggio, ex numero 10 della nazionale e pallone d'oro, considerato uno dei migliori giocatori della storia del calcio mondiale, ha querelato per diffamazione a mezzo Internet l'ex dj animalista Paolo Mocavero, uno dei fondatori dell'associazione "100% animalisti". Due anni fa Mocavero l'aveva attaccato on line con un post sul sito dell'associazione per via della sua passione per la caccia, dopo una strage di cormorani autorizzata dalla Regione Veneto a cui avrebbe partecipato.

La prima udienza si è aperta il 19 febbraio al tribunale di Padova.

In aula

Di solito Roberto Baggio preferisce fare apparizioni pubbliche d'altro genere, come ad esempio quella memorabile nel 2014 quando ha inaugurato il centro di preghiera buddista più grande d'Europa, il centro culturale Ikeda di Corsico alle porte di Milano, accolto da un boato da stadio. Stavolta però il 51enne di Caldogno, provincia vicentina, sostenitore e vincitore nel 2010 del premio "World Peace Award" per il suo impegno umanitario, era in un'aula di tribunale per una faccenda poco pacifica. Il 15 febbraio del 2016 l'animalista Paolo Mocavero ha pubblicato sul sito della sua associazione un post in cui lo attacca definendolo 'buddista col fucile'.

In particolare c'è una frase incriminata: "Baggio, che ha il coraggio di definirsi ‘buddista’ (probabilmente visto il suo livello culturale, non conosce il significato delle parole) ed esercita la caccia, andando anche all’estero per i famigerati viaggi della morte". L'ex fuoriclasse stavolta ha abbandonato la via della mitezza per le vie legali.

Ma alla prima udienza l'imputato non c'era. Mentre il vice-campione del mondo con la nazionale italiana del 1994, era presente e pronto a far valere le sue ragioni rimaste inespresse. Per un 'intoppo', un vizio di notifica, il processo è stato rinviato al 18 giugno. All'imputato non era stato notificato il decreto di citazione a guidizio.

In quella data si ritroveranno davanti al giudice monocratico Chiara Bitozzi. Intanto Mocavero ha fatto sapere tramite comunicato che non considera diffamazione contestare Baggio e che sia innegabile il fatto che il divin codino vada a caccia. Una passione in effetti che è già stata in passato motivo di critiche.

Insulti e striscioni offensivi davanti casa

L'ex giocatore al settimo posto nella classifica dei marcatori di tutti tempi, è stato più volte bersaglio degli animalisti a causa della sua passione venatoria di cui non ha mai fatto misteri. Per i difensori degli animali, la fede buddista di Baggio è 'falsa', altrimenti non riuscirebbe ad uccidere nessuna creatura vivente. Per l'associazione che esulta se un cacciatore muore, il passaggio dalla critica all'insulto spesso è breve.

Così, nel 2013 ha 'dedicato' al campione uno striscione offensivo: "Baggio cacciatore buddista il più infame della lista". Poi l'ha preso di mira nel 2015 per la sua partecipazione alla fiera Vicenza Hunting Show dedicata al mondo della caccia. Ancora nel 2015, Caldogno, città natale del divin codino, è stata tappezzata di manifesti che ritraevano Baggio in tenuta da caccia. Il gruppo animalista li aveva affissi anche davanti alla villa dell'ex calciatore durante un blitz notturno. Gli attacchi sono poi proseguiti in Rete. E oggi sulla sua pagina Facebook, l'associazione rivendica di aver fatto "conoscere meglio l'attività del signor Baggio. Ringraziamo quindi il codino per la querela, uno spazio mediatico di questo livello non si ottiene ogni giorno".