Studenti a lezione di tiro a segno. Succede all'Istituto tecnico commerciale "Almerico da Schio" di vicenza. E' parte del piano formativo addestrare alunni minorenni a diventare 'pistoleri' o giù di lì. Negli Usa è appena stata consumata l'ultima strage in un liceo di Parkland in Florida da parte del 19enne Nicholas Cruz che era stato espulso dalla Scuola. Il 14 febbraio scorso vi ha fatto ritorno armato di un fucile d'assalto con cui ha aperto il fuoco uccidendo 17 persone: nei primi 45 giorni del 2018, è già la 18esima sparatoria in una scuola Usa e otto di queste hanno provocato morti.

Mentre nel Paese a stelle e strisce si riaccendono polemiche sull'uso indiscriminato delle armi, in Italia ha scatenato il pandemonio quest'iniziativa "didattica" che non appartiene di certo alla nostra cultura.

La denuncia

Chi per primo ha denunciato il caso è stato un consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni, che ha ricevuto da parte del genitore di un ragazzo di 14 anni la segnalazione dell'iniziativa intrapresa dall'istituto tecnico di Vicenza "Almerico da Schio" di inserire tra le proprie attività formative anche avviare femmine e maschi minorenni alla pratica del tiro a segno portandoli al poligono. Può una scuola pubblica promuovere l'utilizzo di pistole ed armi sia pure ad uso sportivo?

Può far parte dell'offerta formativa insegnare a sparare? Di certo questo istituto l'ha fatto. Finora gli alunni di due prime, età compresa tra i 14 e i 15 anni, hanno fatto quattro uscite con il docente di educazione fisica il 6, 13, 20 dicembre e 10 gennaio. Sono stati portati a piedi al vicino poligono di tiro 'Laghetto' per imparare a maneggiare un'arma e a sparare.

L'abilità al tiro a segno ad aria compressa degli alunni ha determinato l'esito del voto in pagella in scienze motorie. Il consigliere Zanoni ha interpellato il presidente della Regione Luca Zaia e l'assessore all’istruzione, Elena Donazzan, perché facciano luce sul caso e intervengano per bandire dal Veneto ogni tipo di attività scolastica che preveda l’uso di armi anche se ad aria compressa.

Per il politico, la scuola non può diventare il luogo nel quale avviare ragazzini alla pratica delle armi sia pure sportive, comunque strumenti di offesa e morte. Specie ora dopo i recenti fatti di sangue che ancora una volta ci mostrano le scuole degli Stati Uniti trasformate in tragici teatri di carneficine. Zanoni ritiene sia fuorviante e pericoloso voler inseguire un modello totalmente negativo.

Una madre contraria ma 'disarmata'

Nel piano dell'offerta formativa che si trova sul sito della scuola, non compare espressamente questa proposta. Zanoni ha raccorto prove documentali: è in un opuscolo di presentazione dell'istituto in cui il tiro a segno è promosso quale pratica sportiva "per potenziare comportamenti ispirati a uno stile di vita sano", insieme ad aerobica, nuoto e rugby.

L'iniziativa è stata confermata da una mamma di un alunno coinvolto nelle lezioni che l'ha raccontata all'agenzia di stampa "Ansa". Ha sostenuto di essere nettamente contraria, ma di non aver avuto il coraggio di opporsi per paura che il figlio prendesse un brutto voto in pagella. Ma altri genitori sembrano essere stati favorevoli. D'altra parte, c'è chi ha paragonato Vicenza al Texas dove pistole e fucili sono a portata di tutti. Proprio in città si è svolto qualche giorno fa l'"Hit Show", da quattro anni la più importante manifestazione dedicata alle armi private nel nostro Paese. All'evento hanno partecipato migliaia di persone scatenando polemiche di natura anche politica perché sono stati fatti entrare anche minori: l'unica fiera in Europa a permetterlo.