Una signora di 55 anni, Antonella M. residente a ravenna, è riuscita dopo tantissimi anni a confermare grazie all'esame del Dna, il vero padre, al quale, già indicato dalla madre quando lei era piccola, ora chiede un risarcimento di 4 milioni per danni morali e patrimoniali.
Il DNA conferma la paternità, ora chiede un risarcimento di 4 milioni
Il vero padre, appurato dall'esame del DNA, non ha mai voluto riconoscere la figlia lasciando sia lei che la mamma a vivere in maniera alquanto difficile, veri e propri periodi di povertà che le hanno costrette a un'esistenza precaria.
Dopo mezzo secolo di ristrettezze la sua vita potrebbe cambiare perché, grazie all'esame effettuato, il tribunale civile ha richiesto al vero papà benestante il risarcimento per danni morali e patrimoniali che ammontano a circa quattro milioni di euro. L'avvocato Liliana Talarico che assiste la signora ha riportato negli atti che il signore, ossia il padre di Antonella, è titolare di un'azienda vinicola e gode di un'ottima condizione economica e quindi di un alto livello di vita, mentre la sua cliente ha sempre vissuto un'esistenza complicata e dura.
La storia di Antonella
La storia risale agli anni '60, quando un giovane discendente da una famiglia di imprenditori iniziò un rapporto clandestino con una minorenne.
In quell'epoca era molto difficile accettare una relazione complicata, una relazione che all'età di 16 anni vide la giovane rimanere incinta, diventare mamma e al raggiungimento della maggiore età venire abbandonata. I motivi per cui il giovane lasciò la mamma di Antonella non sono tanto difficili da capire e si possono riassumere in poche parole: 'evitare gli scandali e il disonore'.
Gli anni passarono, mamma e figlia cercarono in tutti i modi di vivere in maniera decente ma l'impossibilità economica non le permetteva un'esistenza normale. A sei anni, la madre disse ad Antonella che il suo vero papà era un altro e un giorno glielo fece vedere, ed è proprio da quel giorno che lei decise di volerlo conoscere.
Furono tanti i tentativi che fece per vederlo, tutti andati male e passarono altri e lunghi anni che videro l'imprenditore diventare papà di un maschio e una femmina e Antonella diventare mamma e nonna. Lo vide solo una volta negli anni '70, quando il padre si presentò finalmente nella fabbrica in cui lei lavorava offrendole regali e la promessa di rivedersi. Ma non si rifece più vivo, non rispose mai neanche ai tanti messaggi e auguri di Natale e compleanno che Antonella per vent'anni gli mandò.
Oggi Antonella è riuscita grazie all'esame del DNA ad acquisire il suo vero cognome, e tramite il legale chiede al padre il risarcimento dei danni morali e patrimoniali per tutti gli anni che non ha mai voluto riconoscerla e accettarla. In tribunale, forse Antonella avrà la possibilità di rivederlo per la seconda volta e ringraziarlo per l'affetto e l'aiuto che in 55 anni non è mai riuscito a darle.