Arriva da Pesaro una storia incredibile di padri e figli e veri genitori. A quanti uomini, anche per gioco, sarà capitato solo lontanamente di pensare che il proprio figlio, in realtà, non fosse loro. Per un trentenne della città marchigiana quel terribile sospetto ha preso forma un giorno qualunque, quando qualcuno su Facebook gli ha fatto notare che la somiglianza col figlio era praticamente inesistente. Ma la realtà supera spesso la fantasia.
Scopre che il figlio è di un altro grazie a Facebook
La vicenda è stata raccontata da Il Resto del Carlino.
Protagonista è un operaio di 30 anni, che da alcuni anni credeva di avere un figlio con la sua compagna. Un giorno, per caso, un altro uomo, tramite Facebook, gli ha fatto notare che il bambino non gli somigliava per nulla e così al ragazzo è venuto il dubbio che potesse davvero non essere figlio suo quel bambino che aveva visto nascere visto che effettivamente non erano simili. Come un tarlo, il 30enne si è portato questo dubbio per qualche giorno fino a che non ha deciso di chiedere l’esame del DNA per togliersi il dubbio una volta per tutte. La compagna, quando l’ha saputo, non è stata affatto felice e sembra che abbia cercato di fermarlo ma il giovane ha voluto andare fino in fondo. La scoperta infatti non è stata delle migliori.
Quel figlio non era davvero suo e alla fine la donna con cui era fidanzato ha dovuto ammettere che l’aveva concepito con un altro uomo.
Il vero padre è…
A quel punto il pesarese ha abbandonato il tetto coniugale e ha chiesto al tribunale il disconoscimento del bambino nonostante l’avesse visto nascere e muovere i primi passi.
La scoperta, però, è stata ancora più terribile perché il vero padre era proprio colui che su Facebook gli aveva messo la pulce nell’orecchio. Un fatto sicuramente voluto visto che il vero padre sapeva tutto e magari l’ha fatto anche apposta per riprendersi ciò che era suo. Ora l’uomo che ha creato questo patatrac sui social dovrà chiedere il riconoscimento del bambino e fare richiesta per il cognome ma bisognerà vedere se la madre del piccolo, che a causa sua ha visto crollare la sua relazione, darà il consenso per tutto ciò.
I social insomma aiutano anche a svelare presunti altarini e scheletri dall’armadio, anche quelli che tranquillamente preferiremmo tenere chiusi a chiave. Scheletri che, invece, qualcuno vorrebbe mantenere sempre all'oscuro di tutto e tutti, alcune volte non riuscendoci però.