Prima il brutale omicidio di Pamela Mastropietro e poi Franca Di Blasio, la professoressa sfregiata da un suo alunno “problematico”: sono solo due dei moltissimi casi di violenza che avvengono ogni giorno.

Da cosa sono causati tali comportamenti violenti?

Analizzando la situazione nella quale ci troviamo, ci si può rendere conto di come la cultura abbia in gran parte influito. Essa, infatti, nell’ambito dei disturbi mentali è sempre stata un fattore centrale. Per rendercene conto basti prendere ad esempio gli scorsi secoli: l’Ottocento fu un’epoca caratterizzata da una società altamente repressiva e ciò causò un alto numero di casi di isteria.

Il Novecento, invece, caratterizzato da periodi di progresso e altri di regresso, favorì la dissociazione schizofrenica. Analizzando la nostra epoca si scopre la cosiddetta “cultura dei Neo – Bisogni”: la società dei consumi crea, continuamente, dei nuovi bisogni, a causa dei quali l’individuo non raggiungerà mai uno stato di completa autonomia. Tuttavia, ciò, si verifica solo all’interno della cultura nella quale noi siamo abituati a vivere: bulimia o l’anoressia sono del tutto assenti laddove la magrezza non è considerata una virtù. Allo stesso modo le droghe creano dipendenza solo all’interno del nostro contesto: a dimostrazione di ciò le culture del Sud America, in cui si pratica lo sciamanismo.

Nei rituali praticati da queste popolazioni è abitudine fare uso dell’Ayahuasca, un infuso psichedelico in grado di indurre un potente effetto allucinogeno.

I neo-bisogni

La cultura dei neo-bisogni, di conseguenza, porta alla morte di migliaia di persone, tra cui anche quella di Pamela Mastropietro, per le quali lo Stato, dal punto di vista della prevenzione, non ha mai fatto nulla

Tale discorso può essere generalizzato anche al secondo caso citato, quello di Franca Di Blasio: l’avvento di Internet ha fatto sì che gli adolescenti credessero di poter superare indenni qualunque difficoltà e pericolo.

La conseguenza di questa illusione emerge quando si trovano di fronte a quello che si annuncia essere un vero e proprio fallimento: essi non riescono a trattenere l’ansia e la paura di fallire davvero. Tutto ciò porta a delle risposte impulsive e aggressive, spesso frutto di menti non più abituate a ragionare. Unendo quanto appena detto con un possibile disturbo mentale si avrà la spiegazione all’azione, ingiustificabile, del diciassettenne che ha sfregiato la propria professoressa.