Una vera diva, la prima donna che è riuscita a trionfare in uno star system molto maschilista come quello di Bollywood. Questa era Sridevi, indiscussa regina del cinema indiano negli anni ‘80 e ’90. La notizia della sua morte a soli 54 anni, mentre si trovava a Dubai per il matrimonio di un nipote, ha suscitato grande clamore in patria, con numerosi fan che si sono subito radunati per una veglia funebre nei pressi della casa dell’interprete a Bombay. Nelle ultime ore, però, la scomparsa dell’attrice si è tinta di giallo, sollevando molti dubbi.

Infatti l’autopsia, effettuata come “normale procedura” dalle autorità di Dubai poche ore dopo il decesso, ha specificato meglio le cause della morte riservando una grande sorpresa.

I risultati dell’autopsia

Inizialmente si era detto che Sridevi fosse deceduta in seguito ad un arresto cardiaco durante la cerimonia nuziale del nipote. Invece la diffusione dei risultati dell’autopsia ha chiarito le reali cause della morte dell’attrice, avvenuta quando era ancora nella sua camera d’albergo. La diva avrebbe perso conoscenza mentre si trovava nella vasca da bagno e lì sarebbe annegata. Per il momento le autorità evitano di fare ulteriori dichiarazioni a riguardo, ma si fa strada l’ipotesi che non si sia trattata di una morte naturale.

Infatti queste ultime rivelazioni hanno dato il via ad una ridda di voci incontrollate: inizia a serpeggiare il dubbio che non si sia verificato un semplice incidente, ma che qualcuno possa aver ucciso l’interprete, mentre altri hanno parlato di tracce di alcol nel corpo della donna: un vero e proprio giallo che avrà maggiori conforme quando la salma della star tornerà in India.

Una carriera di successo

Sridevi, il cui vero nome era Shree Amma Yanger Ayyapan, ha iniziato a recitare da bambina, a soli quattro anni. Il debutto a Bollywood risale alla metà degli anni ‘70 nel film “Julie”, mentre già nel 1979 è la protagonista di “Solva Sowan”. Nel 1983 ha partecipato al film d’azione “Himmatwala”, primo grande successo commerciale dell’attrice, che nei successivi 15 anni ha lavorato in molte produzioni di successo.

Nel 1997 ha destato grande clamore la scelta della diva di ritirarsi dalle scene, in seguito al matrimonio con il produttore cinematografico Boney Kapoor, per dedicarsi alle due figlie. Il lungo esilio dal cinema, in realtà interrotto da frequenti apparizioni in televisione, si è definitivamente concluso nel 2012 con il film “English Vinglish” che la l’ha immediatamente riportata sotto i riflettori per l’ennesima interpretazione acclamata dalla critica. Una brillante carriera, interrotta all'improvviso con la prematura morte che ha scioccato il popolo indiano, come testimoniano i messaggi di cordoglio del primo ministro, Narendra Modi, e del presidente Nath Kovind, che ha testimoniato come questa notizia “abbia infranto il cuore a milioni di fan”. Dunque si comprende bene la grande attenzione con cui sono seguiti nel Paese gli ultimi sviluppi della vicenda.