“Le parole sono importanti, la vita di qualcuno può arrivare a dipendere da esse”. Arriva una dura accusa alla stampa americana da parte dei genitori della produttrice cinematografica Jill Messick, che si è suicidata lo scorso 7 febbraio a soli 50 anni. Infatti questo monito nasce dalla convinzione che la loro figlia sia la prima vittima da attribuire allo scandalo Weinstein, che ha avuto il merito di far conoscere al grande pubblico il sistema corrotto in vigore nel mondo nel cinema, nel quale le molestie sessuali sono state a lungo tollerate.
Una vera e propria valanga che ha travolto Hollywood con le continue rivelazioni delle vittime, ma che potrebbe aver causato anche gravi danni collaterali, creando una vera e propria caccia alle streghe, come sembrerebbe in questo caso.
Le accuse alla stampa
La Messick, produttrice di successo con titoli come Frida e Means Girls, soffriva di depressione; inoltre recentemente le era stato diagnosticato un disturbo bipolare della personalità. La sua carriera si era incrociata più volte con molti dei protagonisti delle rivelazioni apparse sui giornali, perché era stata dipendente della Miramax proprio all’epoca di Weinstein, con cui aveva spesso collaborato. Purtroppo recentemente era stata tirata in ballo sia dalle vittime che dai presunti carnefici.
Secondo i genitori non avrebbe retto la pressione: “Vedere il suo nome nei titoli, utilizzato da una parte per ottenere maggiore attenzione per la sua causa e dall’altra come disperato tentativo di difesa da parte di Harvey è stato devastante per lei” dicono ora i suoi familiari, imputando la decisione di Jill di togliersi la vita all’eccessiva attenzione da parte della stampa .
Le rivelazioni di Rose McGowan
A coinvolgere la Messick era stata Rose McGowan, una delle prime attrici a far scoppiare lo scandalo, che all’epoca delle molestie era assistita dalla donna. L’interprete più volte – in un’intervista al New York Times, nel libro Brave e nel documentario Citizen Rose – l’aveva accusata di non averla supportata nelle denunce.
In particolare la McGowan aveva parlato di un incontro con Harvey Weinstein organizzato da Jill durante il Sundance Film Festival del 1997, nel corso del quale ci sarebbe stata una violenza. L’attrice aveva raccontato di essersi confidata con la Messick e di essere rimasta sorpresa quando in un secondo momento aveva saputo che la sua agente era stata assunta dalla Miramax. In realtà i genitori della produttrice offrono una versione ben diversa dei fatti: non avrebbe mai saputo dello stupro, in quanto l’attrice avrebbe taciuto a riguardo. Tuttavia, insospettita dalla reazione della sua assistita dopo quella serata, Jill avrebbe parlato ai suoi capi, che da quel momento l’avrebbero estromessa dal curare i rapporti dell’attrice con Weinstein.
Quindi, secondo i familiari, la Messick non avrebbe mai conosciuto i dettagli della vicenda fino al momento in cui sono stati resi pubblici. Ma non basta, anche lo stesso Weinstein l’ha chiamata in causa quando, per scagionarsi, ha reso noto lo scambio di mail tra la produttrice e Ben Affleck. La donna, che non ha mai voluto rilasciare dichiarazioni a riguardo, si è così trovata coinvolta in una vicenda in cui riteneva di essersi comportata con la massima correttezza. Da qui il richiamo dei genitori di Jill Messick ai media ad essere più prudenti nel tutelare la verità delle terze parti.