Guai per Tommaso Buonanno, procuratore capo di Brescia: il figlio Gianmarco è stato arrestato per rapina a mano armata. Gli inquirenti sostengono che il 32enne abbia partecipato a un blitz, con altri due complici, a Zogno. La rapina a mano armata è stata compiuta a fine gennaio. Ad inchiodare Gianmarco Buonanno sono stati alcuni filmati. I video ritraggono il trentenne con una mitraglietta in mano che minaccia i dipendenti del supermarket. Il figlio del procuratore capo di Brescia è stato arrestato sabato scorso nell'abitazione del fratello. Nuova tegola per Tommaso Buonanno: l'altro figlio era già stato indagato per spaccio e consumo di sostanze stupefacenti tra gli ultras dell'Atalanta.
Bottino di 12mila euro
La rapina messa a segno nel supermercato Conad di Zogno aveva fruttato a Buonanno e ai suoi due complici 12mila euro. Una parte del bottino è stata trovata dagli investigatori nella casa di uno dei rapinatori, arrestato qualche ora dopo la rapina. Il figlio del procuratore capo di Brescia e i suoi complici erano entrati nel supermarket della valle Brembana con il volto coperto. Avevano una pistola, un mitra e un bastone. Gianmarco Buonanno aveva intimato a un dipendente di consegnargli subito tutto l'incasso della giornata. Erano le 19.30.
Fabrizio Cattaneo, titolare del supemercato, era riuscito ad attivare l'allarme rapina. I carabinieri erano arrivati subito nel punto vendita ma i rapinatori si erano già dileguati.
L'arresto di Luigi Mazzocchi
Le indagini, successivamente alla rapina a mano armata, erano state svolte dai militari di Zogno e Bergamo. Dopo qualche ora era stato arrestato Luigi Mazzocchi, 49enne pregiudicato. Le telecamere avevano immortalato la sua Audi. Adesso l'arresto di Buonanno. Il terzo rapinatore è libero ma ha le ore contate.
Secondo le ultime informazioni, Gianmarco Buonanno avrebbe messo a segno la rapina usando l'auto intestata al padre. La vettura è stata immortalata dalle telecamere di videosorveglianza. Il 32enne, sabato scorso, si trovava nella casa del fratello Francesco quando i carabinieri della Compagnia di Bergamo e quelli di Zogno gli hanno messo le manette.
Determinante per le indagini, dirette dal pm di Bergamo Lucia Trigilio, anche la testimonianza del proprietario del punto vendita. Adesso il figlio del procuratore capo di Brescia, difeso dall'avvocato Roberto Bruni, si trova nel carcere di Bergamo.