Il celebre detto sulle colpe dei padri che non devono ricadere sui figli, questa volta viene ribaltato dalla cronaca. Protagonisti in negativo, infatti, i figli di Tommaso Buonanno, procuratore capo del tribunale di Brescia, ritenuto uno dei più stimati e preparati magistrati italiani.

La notizia bomba è arrivata nelle redazioni dei giornali questa mattina. Il figlio Gianmarco, 33 anni, è stato arrestato dai Carabinieri di Bergamo su ordinanza di custodia cautelare. L'accusa è molto grave: rapina a mano armata. Il giovane, secondo gli inquirenti, sarebbe il capo della banda che mercoledì scorso ha assaltato il Conad di Zogno, cittadina della provincia bergamasca.

Intorno alle 19:30, in corrispondenza dell'orario di chiusura del punto vendita della località sita in Val Brembana, il giovane, insieme ad altri due complici, si sarebbero presentati davanti alle casse armati di un mitra, di una pistola ed un bastone. L'assalto aveva fruttato un bottino di 12mila Euro ed i malviventi erano riusciti a scappare senza essere intercettati dai Carabinieri. Infatti il titolare del punto vendita non aveva reagito, ma aveva risposto alle loro richieste, riuscendo però, durante la loro irruzione, a pigiare il pulsante d'allarme collegato con la locale stazione dell'Arma. Tuttavia, la pattuglia non era riuscita ad arrivare in tempo.

L'auto della rapina intestata al padre

Le indagini, però, sono state subito serrate e la visione dei video registrati dalle telecamere di sorveglianza hanno consentito di individuare immediatamente due dei tre componenti della banda. Sono stati così incauti da impiegare le loro auto per compiere la rapina. Il primo ad essere preso, grazie alla targa della sua Audi, è stato il 49enne pregiudicato Luigi Mazzocchi, residente a Seriate.

Il secondo, e clamoroso arresto, è stato quello di Gianmarco Buonanno. Era lui alla guida dell'auto, intestata al padre, con la quale la banda si è data alla fuga. Rimane ancora a piede libero il terzo 'socio', ma pare che il suo arresto sia questione di poche ore.

L'arresto del figlio, per il procuratore capo di Brescia, non è la prima disavventura giudiziaria accaduta nella sua famiglia.

Lo scorso anno fu protagonista - sempre in negativo - il figlio minore Francesco, più giovane del fratello 'rapinatore' di quattro anni. Fu infatti coinvolto in un inchiesta guidata dalla procura di Bergamo legata a brutti giri di cocaina legati all'ambiente degli ultrà dell'Atalanta. Dovrà rispondere dell'accusa di detenzione a scopo di spaccio.