Neppure lo si capiva – di fronte a quella scena – che si trattasse dei miseri resti di un cane. Tanto era lo scempio che di quel corpo inerme era stato compiuto. Una scena raccapricciante, da brivido. Lo scatto, postato in pochi secondi su Facebook dagli operatori dell’Associazione romana Impronta Randagia – ha subito scatenato la reazione indignata del web. E la notizia è rimbalzata attraverso i social, incuriosendo persino la stampa tedesca.

Insulti, ingiurie, maledizioni. E – alla base di tutto – una domanda. Come è potuto succedere? Chi è stato capace di un simile atto vandalico nei confronti di una creatura indifesa, un cane?

In pochi secondi la drammatica risposta: sono stati probabilmente due adolescenti, sì. Qualcuno a quanto pare li ha visti fuggire. Due balordi che nella notte di venerdì sera passavano di là, annoiati. “Annoiati”. E’ forse questa la parola che più di tutti fa pensare, in un frangente tanto critico – sul piano politico-sociale e della sicurezza - per il nostro Paese.

Era solo un cane, qualcuno ha dichiarato, aumentando lo sdegno dei commentatori. Già, un meticcio (perché di definirlo bastardo ci rifiutiamo) di circa 10 anni, come ha fatto sapere più tardi il portavoce della Polizia di Roma Capitale. Emblematico, in ogni caso, a detta di molti, quello che è accaduto. Un gravissimo atto di inciviltà.

Sul posto si è recata sabato mattina l'agente Assunta Galli – dopo che il presidente dell’Associazione Doggy Dog Park, Dino Tarquinio, ha dato l’allarme - che ha certificato la presenza di un cane di medio-piccola taglia di cui ha rilevato il chip. Raggiunta sul posto dalla polizia di Roma Capitale e dal Dirigente Generale Superiore Simone Claudio Cimmino, ha poi proceduto al sequestro probatorio dell'animale, inviato successivamente ad esame autoptico per certificare le cause del decesso.

L’Associazione delle Guardie Zoofile di zona Earth ha nel frattempo lanciato un appello alla ricerca del proprietario che rischia una denuncia per 'animalicidio'. Chi sa qualcosa, chi ha visto qualcosa, chi ha notizie che possano portare ai responsabili scriva immediatamente a info@earth-associazione.org

Il drammatico precedente di Sanguineto

Tutti ricorderanno l'orribile fine del cane Angelo, barbaramente torturato, impiccato e infine ucciso da quattro ragazzi in Calabria nel 2016.

Era diventato il simbolo degli abusi sugli animali, il povero Angelo. Gli avevano persino dedicato una statua. Lo scorso anno il giudice aveva condannato i responsabili a 16 mesi di reclusione, che furono poi commutati in sei mesi di lavoro in un canile sanitario pubblico entro un anno dal passaggio in giudicato della sentenza e al risarcimento di 2000€ per ciascuna parte civile. I quattro condannati - Giuseppe Liparoto, Nicholas Fusaro, Francesco Bonanata e Luca Bonanata - non scontarono neanche un giorno di carcere, suscitando lo sdegno di animalisti e non solo.