E' abbastanza evidente che il Medio Oriente è un territorio contraddistinto dalla presenza di molti conflitti etnici, politici e religiosi. Numerosi fonti internazionali stanno palesemente dimostrando come l’esercito turco stia conducendo delle sanguinose azioni militari contro i curdi siriani nel distretto di Afrin. A partire dal 20 gennaio, le forze militari turche hanno dato inizio alla cosiddetta operazione ''Ramoscello d’ulivo'', la quale può considerarsi a tutti gli effetti una vera e propria offensiva contro le milizie curde dello Ypg. Il governo della Turchia sta adoperando numerosi aerei e carri armati nel corso di queste operazioni belliche, con lo scopo di conquistare con la forza e la violenza numerosi villaggi.

Contemporaneamente, i curdi siriani affermano il contrario e sostengono che stanno fermando in tutti modi la pericolosa offensiva d’Ankara.

Le posizioni ufficiali dell'esecutivo turco

Per il momento, il Presidente della Turchia Erdogan ha rilasciato alcune informazioni in merito ai risultati di questa operazione militare. Egli sostiene di aver catturato e ucciso almeno 935 curdi siriani, i quali vengono definiti da lui addirittura dei terroristi. Attualmente, l’esercito turco sta conducendo diverse operazioni militari in Siria grazie al sostegno di 10 mila soldati appartenenti all'Esercito libero siriano, il quale si è formato proprio grazie all'aiuto del Governo d’Ankara dopo lo scoppio della rivoluzione contro Bashar al Assad nel 2011.

In questo momento, l’esecutivo turco considera come una pericolosa minaccia la costituzione di uno stato autonomo curdo sotto l’influenza del Pkk e altre forze indipendentiste. Di conseguenza, Erdogan suppone che le milizie dell’Ypg siano delle vere e proprie forze di stampo terrorista, le quali devono essere annientate e neutralizzate con la forza.

Numerosi scontri tra turchi e curdi siriani nell'ultima settimana

Nel corso dell'ultima settimana le forze militari turche hanno comunque subito numerose perdite nel corso degli scontri armati contro i curdi siriani. Per esempio, durante il sabato 3 febbraio almeno otto militari turchi sono stati uccisi dalle milizie dell'Ypg in diversi territori.

Successivamente, durante gli scontri armati sono stati anche distrutti due carri armati. Tutto ciò è stato ufficialmente confermato da parte di fonti ufficiali vicine all'esercito d’Ankara. Inoltre, altri soldati sono morti in prossimità della provincia di Kilis e nella città di Sheikh Haruz. In questo momento, le fonti invece vicine all’Ypg parlano chiaramente di perdite umane molto limitate, mentre invece sono molti i morti tra i civili curdi a causa dei bombardamenti dell'aviazione turca. In seguito a queste forti contraddizioni, è difficile determinare quale fazione stia attualmente dicendo la verità. Comunque, i politologi più esperti sono prettamente convinti che l’esercito turco sia quello più forte, equipaggiato e destinato ad avere maggiori chances nell'ottenere una vittoria militare.

Infine, l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha recentemente dichiarato che un gruppo indipendente di 20 soldati composto sia da turchi sia da membri dell'esercito siriano libero, sia stato violentemente annientato durante l’ultimo sabato. Invece, i civili rimasti uccisi a causa dei bombardamenti sarebbero circa 100.