Quello di Macerata non è un attentato di serie B, qualora esista una scala gerarchica che tracci una linea di separazione tra gli innumerevoli episodi di violenza di cui quotidianamente si traggono le fila.

La ratio che si cela dietro questo brutale attacco, è un misto d’intolleranza e terrorismo sociale che emerge pericolosamente dall’intreccio di populismo, estremismo politico e odio razziale di cui i polmoni social risultano intrisi.

Il ministro Marco Minniti ha subito indetto un comitato nelle Marche in seguito al ferimento dei 6 nigeriani colpiti dai proiettili di Luca Traini, l’attentatore che ha tenuto sotto scacco la città nella giornata di ieri, prima di essere arrestato.

L’ordine del giorno ha portato sul tavolo un fenomeno più complesso rispetto al singolo gesto sconsiderato, montando una cornice cosparsa di un disagio sociale evidente che partendo dalla testata di Roberto Spada arriva sino all’atto criminoso di ieri passando dal fenomeno delle baby gang del napoletano.

Sono segnali evidenti che turbano un’atmosfera permeata dai lasciti di una campagna elettorale malata, avvelenata dalle nefandezze che emergono con particolare risalto sul web, in cui l’eco del bieco populismo assume i contorni di una vera e propria minaccia se filtrato attraverso l’amplificatore social, divenendo un pericolo per la sicurezza pubblica.

L’intolleranza è di continuo alimentata dallo scarica barile sulle colpe della crisi economica, dalle fantomatiche leggende folkloristiche che aleggiano attorno alle figure dei migranti e dalle presunte speculazioni molto spesso frutto di fantasie perverse che nell’accozzaglia del web riescono a trovare una fonte veritiera tirandosi su l’un l’altra, innestando un meccanismo che sfocia in episodi di brutale violenza.

La legge contro gli 'hate speech'

La psicologia social non è passata inosservata nel contesto drammatico in cui si è consumato l’attentato. Marco Minniti ha chiesto espressamente d’intensificare i controlli sul web con un lavoro coordinato dalla Polizia postale volto a segnalare fake news o inneggiamenti all’odio razziale che possano alimentare malcontenti in grado di turbare la quiete pubblica.

Minniti promette un intervento legislativo volto a sanzionare pesantemente gli hate speech, una legge che è nell’aria già dal G7 di Ischia in cui i maggiori provider hanno concordato sull’importanza di intensificare i lavori di controllo delle informazioni e delle piattaforme sul web dove, a testimonianza di una logica lapidaria, è comparsa una pagina a difesa di Traini recante la foto del presidente della Camera Laura Boldrini sgozzata da un nigeriano.