I segnali c’erano tutti, alcuni li aveva lasciati proprio lui, Nicolas Cruz, il 19enne responsabile del massacro avvenuto lo scorso 14 febbraio a Parkaland, Florida.
Da youtube alla realtà
Come quando aveva scritto in un commento su YouTube “diventerò un professionista dei massacri nelle scuole”. Nicolas Cruz ha agito consapevolmente covando e organizzando, forse per mesi questo suo gesto d’odio che ha strappato la vita a 17 persone, in quello che era il suo liceo, il Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland da cui era stato espulso proprio a causa della sua aggressività come ha raccontato la ragazza che si è diplomata l’anno scorso e che per alcuni mesi è stata sua compagna di banco: “stava molto sulle sue ma scherzava sempre parlando di pistole e coltelli, gli piacevano molto” parlando della truce vicenda dice: “non ti aspetti mai una cosa del genere succede sempre all’improvviso.
Non credo ci si possa riprendere da una cosa del genere, rimarrà sempre nelle nostre menti e noi nostri cuori”.
Suprematista bianco della Florida
Di Politica, il killer, non parlava mai nonostante si sia scoperto in dagli ultimi sviluppi che era affiliato ai suprematisti bianchi della Florida.
Un altro ex compagno afferma: “non ne sapevo nulla di queste sue tendenze politiche, con lui ero in classe solo l’anno scorso” pur confermando che i suoi atteggiamenti avrebbero dovuto rappresentare un campanello d’allarme per tutti, poco è stato fatto. Continua il ragazzo: “a Cruz piaceva molto la violenza, postava sui social cose macabre: foto di animali uccisi e le sue armi. Pensavo scherzasse e quindi non ci facevo caso”.
Segnato dall’accaduto si ripromette che se episodi simili dovessero carpire la sua attenzione, avvertirà subito le autorità, anche se ritiene che le armi non siano il solo problema.
L'appello di Trump
In times of tragedy, the bonds that sustain us are those of family, faith, community, and country. These bonds are stronger than the forces of hatred and evil - and these bonds grow even stronger in the hours of our greatest need. https://t.co/bu140nscez pic.twitter.com/OoTXMCSexB
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 15 febbraio 2018
E che le armi non siano il problema sembra sostenerlo anche il prendente degli Stati Uniti, Donald J.
Trump che ieri, 15 febbraio 2018 ha promesso maggiore impegno per la sicurezza nelle scuole ed ha chiesto di fare più per cogliere i segnali di disagio avvertendo in maniera tempestiva le autorità di fronte a comportamenti sospetti. Lo stesso Trump che l’anno scorso ha deciso di cancellare i limiti imposti dall’ex presidente, Obama, alla compravendita di armi per le persone con problemi psichiatrici.
Presidential Proclamation Honoring the Victims of the Tragedy in Parkland, Florida: https://t.co/RTQWAKiSnR pic.twitter.com/Nhs32bm5zB
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 15 febbraio 2018
Oggi a Parkland
Attorno al liceo Marjory Stoneman Douglas l’ultimo e unico segnale di normalità sono gli scuolabus parcheggiati di fronte l’edificio. gli stessi scuolabus che sono serviti per evacuare i ragazzi intrappolati, di quello che è stato teatro di uno dei 10 massacri più importanti della storia americana.
Studenti e persone della comunità di di Parkland hanno lasciato lungo tutto il perimetro che circonda la scuola dei fiori, dei pensieri ed anche 17 piccole croci a ricordare le 17 piccole vittime del massacro di San Valentino.