Proseguono le indagini dopo quanto accaduto Sabato scorso, 10 Febbraio, a PIacenza dove, durante una manifestazione antifascista, un nutrito gruppo di facinorosi non solo ha attaccato le forze dell’ordine, ma si è poi accanito con estrema violenza su un Carabiniere caduto a terra, il brigadiere capo Luca Belvedere, colpendolo con calci e pugni sino a fratturargli una spalla.
Il corteo composto da persone provenienti anche da altre zone d'Italia
Gli inquirenti hanno ormai appurato come al corteo, organizzato per protestare contro l’apertura di una sede di casapound in città, abbiano partecipato circa duecento persone come si vede dai video diffusi in rete, appartenenti a centri sociali e sinistra antagonista, arrivati anche da altre zone d’Italia.
Il bilancio, alla fine della giornata è stata di cinque agenti feriti, tra i quali anche il carabiniere del quale si è già parlato.
E ieri, Lunedì 12 Febbraio, il Ministro dell’Interno Marco Minniti, giunto a Bologna in visitia ai Carabinieri feriti ha detto: “Non avremo tregua finché non avremo individuato i responsabili di quello che è successo, per cui solitamente si va in galera".
Sarebbero sette gli indagati per le aggressioni durante la manifestazione
Le indagini proseguono dunque senza sosta e secondo le ultimissime indiscrezioni sarebbero già sette gli indagati per gli scontri di Piacenza. Dei due organizzatori della manifestazione, dei quali si conosceva già la posizione e che dovranno rispondere dell’accusa di istigazione a delinquere e della violazione del testo unico di pubblica sicurezza.
A loro si sarebbero aggiunti ora i nomi di cinque giovani, nessuno dei quali residente nel capoluogo emiliano teatro della manifestazione. I reati che sarebbero imputati a questi cinque indagati potrebbero essere i cosiddetti “reati di piazza”. Non è ancora dato a sapere, anche se appare piuttosto probabile, se tra i cinque ci siano anche coloro che si sono scagliati a calci e pugni contro il brigadiere capo Luca Belvedere.
Di certo le indagini proseguiranno sino ad aver appurato ogni aspetto della vicenda che ha così fortemente colpito l'opinione pubblica che ha assistito all'aggressione ai Carabinieri.
Al corteo antifascista erano presenti giovani immigrati, iscritti ai centri sociali ed altri individui che hanno sfogato la loro rabbia contro le Forse dell'Ordine, ma resta e forse resterà per sempre una domanda: perché alcune centinaia di manifestanti erano controllato solamente da uno sparuto gruppo di Agenti dell'Arma?