Continuano ad emergere dettagli raccapriccianti sull'efferato omicidio di Pamela Mastropietro, ammazzata - sembrerebbe - da alcune persone di origini nigeriane e poi fatta a pezzi e rinchiusa in due valigie.

Gli esami fatti sui resti della giovane hanno evidenziato che la vittima, prima di essere sezionata sarebbe stata anche scuoiata. Dunque gli esperti, a seguito del secondo esame autoptico, ritengono che non solo non ci siano più dubbi circa la morte - indotta sicuramente da mano altrui - asserendo inoltre che gli stessi aguzzini si siano accaniti contro la giovane, destinandole inimmaginabili brutalità.

Esclusa quindi definitivamente l'ipotesi iniziale che la giovane fosse deceduta per overdose.

Dettagli choc sulla mattanza

I medici hanno anche spiegato come sarebbe avvenuto il sanguinario omicidio. I sospettati nigeriani avrebbero soffocato la povera Pamela, e ad avvalorare questa convinzione vi sarebbe la posizione della lingua conficcata tra i denti. La morte sarebbe stata lenta e sofferta proprio per la posizione degli incisivi penetrati profondamente. Intorno al collo inoltre, è stata riscontrata l'asportazione della pelle. Questo dettaglio, secondo il medico legale, potrebbe essere un tentativo per occultare le tracce dello strangolamento. Come se non bastasse, sono state individuate due ferite profonde da armi da taglio all'altezza del torace.

Quindi la diciottenne è stata anche accoltellata quando era ancora in vita. I nuovi elementi riguardano però la terrificante asportazione della pelle. La giovane, a detta degli esperti, sarebbe stata privata del 20% della cute.

Sui resti della diciottenne romana assassinata a Macerata, nell'abitazione dello spacciatore nigeriano Innocent Oseghale, attualmente detenuto, mancano parti estese di pelle, anche nella zona vaginale ed anale.

Questa ulteriore asportazione fa ritenere gli inquirenti che gli assassini abbiano cercato di nascondere anche una violenza sessuale. Stupro, avvalorato anche dal ritrovamento di saliva sul seno della vittima.

Dopo la morte, sul corpo della diciottenne è stato avviato lo smembramento attraverso l'utilizzo di un'accetta. Le ferite profonde e parallele però, secondo i medici che hanno eseguito la prima autopsia, sarebbero state anch'esse inferte quando Pamela era ancora in vita. Tuttavia, gli esperti che hanno eseguito il secondo esame autoptico, hanno invece ritenuto che si tratti di ferite post mortem, probabilmente dovute alla volontà di sezionare il cadavere.