Emergono nuovi inquietanti elementi sul terribile delitto di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana allontanatasi da una comunità di Corridonia, il cui corpo è stato trovato smembrato e chiuso in due trolley rinvenuti nelle campagne di Pollenza.

Dalle indagini in corso sull'efferato omicidio, è emerso che la ragazza sarebbe stata ammazzata, sezionata con un'accetta ed un enorme coltellaccio e in un secondo momento chiusa in due valigie.

Per l'efferato delitto è in stato di fermo Innocent Oseghale, ventinovenne immigrato originario della Nigeria, da tempo residente a Macerata, nonostante il permesso di soggiorno scaduto.

Lo straniero accusato anche di vilipendio di cadavere

Secondo gli investigatori, Oseghale dopo aver smembrato il corpo della povera Pamela nella sua abitazione in Via Spalato, si sarebbe recato con un'altra nigeriana in un negozio di prodotti per la pulizia della casa, per comprare litri di candeggina con il fine di ripulire il cadavere dai residui organici delle violenze sessuali.

I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche hanno trovato nell'alloggio dello straniero vestiti della vittima sporchi di sangue e altre tracce ematiche appartenenti della diciottenne. Rinvenuti anche vari coltelli di grosse dimensioni posti immediatamente a sequestro.

Il nigeriano - che in un primo momento si era avvalso della facoltà di non rispondere - avrebbe negato il suo coinvolgimento nel massacro e tentato di accusare altre due persone, risultate estranee ai fatti.

La fuga della giovane e l'incontro con la morte

Pamela Mastropietro, era una ragazza tossicodipendente scappata dal 'Pars' di Corridonia, una comunità nelle Marche, dove era ricoverata dal mese di ottobre per disintossicarsi.

Dalle indagini è emerso che la diciottenne era fuggita dalla struttura portando via con se un trolley, lasciando però documenti, denaro e smartphone.

La giovane avrebbe camminato a piedi per circa tre chilometri, attraversando i terreni agricoli. Una volta arrivata sulla strada statale, avrebbe ottenuto un passaggio con l'autostop, giungendo fino a Macerata.

Dalle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza delle zone che Pamela ha attraversato - acquisite dai militari dell'arma - sono stati ricostruiti gli ultimi momenti di vita della diciottenne.

La ragazza - secondo gli investigatori - era ancora in vita lunedì 29 gennaio e la mattina del 30 gennaio: le sue tracce si perdono infine in Via Spalato, a Macerata. Dunque, il nigeriano sarebbe stato l'ultimo a vedere la giovane. L'uomo, inoltre, è stato visto da due testimoni girare con le valigie con fare sospetto.

La madre della vittima: "Ai colpevoli farei patire le stesse pene"

La madre della ragazza, intervistata dalla trasmissione "La Zanzara": ha dichiarato: "Se i colpevoli li lasciassero nelle mie mani gli farei esattamente quello che hanno fatto a mia figlia". Poi la donna distrutta dal dolore ha concluso: "Comunque spero che sia fatta giustizia".