I media cinesi saranno maggiormente influenzati dalla propaganda comunista del governo, il partito leader ha annunciato infatti che sarà in diretto controllo delle emittenti del paese: dalla TV, ai libri, ai film. Questa decisione è stata presa dal presidente Xi Jinping, incoraggiata anche dall'estensione a vita del suo mandato. Alla base di questa decisione c'è la sua ferma convinzione che il paese debba raggiungere l' ''unità di pensiero'', tra funzionari pubblici e cittadini. Gli analisti del paese ci dicono che avere un diretto controllo dei media aiuterà il partito a radicare il suo messaggio e a promuovere l'immagine del partito anche all'estero.

Tutte le emittenti radiofoniche e televisive cinesi (China Radio International, China National Radio, China Global Television Network, China Central television), verranno fuse insieme per crearne una nuova, che si traduce come ''Voce della Cina''. Il suo scopo è diffondere le teorie del partito, principi e politiche. La fusione è stata rivelata in un documento del Partito Comunista, sostenuto dal presidente per rinforzare il controllo assoluto del partito su tutti gli aspetti dell'amministrazione. L'agenzia statale della stampa Xinhua ha rilasciato il documento Mercoledì 21 Marzo.

I regolatori del governo della stampa, radio, film e TV cesseranno di esistere, e il loro lavoro verrà trasferito al Dipartimento Centrale di Propaganda del partito, insieme al controllo dell'industria cinematografica, importo ed esporto di pellicole inclusi.

Internet risulta una minaccia per il governo cinese, dove le persone possono riconoscersi in ideologie contrastanti a quelle del partito. Le autorità stanno facendo molti sforzi per mantenere una censura ferrea e il presidente Xi ha diminuito drasticamente la libertà di espressione da quando è iniziato il suo mandato nel 2012.

L'effetto della propaganda e della censura sulla popolazione

Mitch Moxley, una giornalista statunitense che ha lavorato per il China Daily spiega di come la censura cinese sia intuitiva. I cittadini sanno, o comunque sentono, ciò con cui possono farla franca e ciò che potrebbe portare a ripercussioni legali.

Le grandi città cinesi sono ricoperte da manifesti di propaganda.

Times Square a New York e Tiananmen Square a Pechino. Entrambe piazze immense con grande valore anche simbolico per il proprio paese, entrambe piene di pubblicità. La prima riguardo marche di prodotti di consumo, a Pechino invece per il partito comunista. Il partito comunista cinese ha iniziato l'uso estensivo di questi banner dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949. il tema di questi manifesti, specialmente degli ultimi anni, è quasi sempre lo stesso: ''Un forte partito comunista significa felicità per la popolazione!'' - ''Perché la Cina è un paese forte? Per merito del partito comunista!''.

La propaganda cinese ha effetto sulla maggior parte dei cinesi che ingenuamente credono che se il paese è prosperoso e forte, le vite dei cittadini miglioreranno di conseguenza.

I manifesti contengono messaggi diretti, che danno un'impressione subito positiva del partito, influenzano persino il modo di parlare e pensare delle persone. Però contengono dei difetti logici: un forte partito comunista come può necessariamente significare la felicità dei cittadini? Non c'è nessuna evidenza.