Una chiesa degli artisti commossa ma composta. Una Piazza del Popolo gremita, pullulante di amici. Amici fraterni di ogni età, rivolti verso uno schermo gigante che restituisce quell'immagine sorridente e solare a cui ogni italiano era e rimarrà affezionato. Un sorriso "normale, non professionale", come l'ha definito Renzo Arbore, che riservava a ciascuno, senza alcuna distinzione, al di là di qualsiasi filtro, dimensione e mansione.

fabrizio frizzi raccoglie oggi, benché nell'amarezza della sua prematura scomparsa, esattamente ciò che ha seminato: l'affetto e il calore di un pubblico conquistato con eleganza, educazione e la rara capacità di essere comunicativo con schiettezza e semplicità.

La facoltà di apparire senza trasgredire.

Un animo profondamente generoso

"La cifra dell'esistenza di Fabrizio è la generosità". Con queste parole don Walter Insero ha sottolineato il valore aggiunto di Fabrizio Frizzi. Il suo silenzioso e modesto donarsi al prossimo, attraverso le battaglie pubbliche - come "Telethon", "La partita del Cuore" - ma anche e soprattutto nel privato e nel concreto. Straordinariamente altruistica la donazione del midollo osseo, diciotto anni fa, che ha restituito vita e speranza ad una bambina allora undicenne, che oggi lo chiama "fratellone", in virtù del sangue che le scorre dentro. Ma è solo il più sensazionale dei gesti.

Chi lo conosce bene sa quanto la magnanimità di Fabrizio Frizzi, celata dall'umiltà e dal pudore, tipici dei grandi uomini, si sia spinta ben oltre il noto.

Il suo impegno si è manifestato anche nell'adesione all'Unitalsi, per la quale si faceva "mezzo di trasporto umano" dei malati a Lourdes, "perché chi è fortunato come me deve dare qualcosa a chi lo è di meno", affermava. Non per mera filantropia, dunque, ma piuttosto per un autentico amore per la vita, lo stesso amore che lo aveva motivato a mettere al mondo la sua Stella, sebbene "in età avanzata" e "non per una scelta egoistica", come lui stesso aveva dichiarato, "ma perché è il mio modo di comunicare l'amore per la vita".

Le stesse parole, parafrasate, con cui don Walter Insero ha concluso l'omelia, prima di ringraziare a nome della moglie Carlotta: "L’amore si rafforza donandolo!".

Comunicare a bassa voce e raggiungere ogni ascoltatore

Molti colleghi di Fabrizio Frizzi sono intervenuti durante la celebrazione, portando il proprio discreto e commosso contributo, offerto a bassa voce, come il presentatore amava comunicare.

Milly Carlucci, visibilmente affranta, ha letto il Vangelo con qualche difficoltà. Antonella Clerici e Carlo Conti si sono cimentati nella lettura di una commovente "Preghiera degli Artisti", trattenendo a stento le lacrime. Ma l'emozione è giunta al culmine durante la lettura della poesia "Amicizia", di Jorge Luis Borges, interpretata faticosamente e con pathos dall'amico e collega Flavio Insinna.

Toccanti, infine, le parole di commiato giunte più tardi, durante il programma "La Vita in diretta", rivolte dai membri dello staff de "L'Eredità", trasmissione della quale il conduttore romano è stato protagonista fino all'esaurimento estremo delle forze. "Addio, Fabrizio. Che tu possa risplendere nel firmamento dei giusti".