Ha raggiunto i 117mila iscritti il canale di Lele Joker, il piccolo Youtuber che sognava di diventare dottore “per aiutare chi sta male come adesso sto male io”. Lui si sarebbe accontentato di appena diecimila follower, ma non aveva fatto i conti con la simpatia contagiosa che sprigionava da quel sorriso aperto e da quello sguardo furbo e fiero con il quale impartiva lezioni di vita, seppur dalla sua breve esperienza su questa terra. Esperienza che oggi è giunta ad un triste finale, un traguardo che mette fine alla troppo corta esistenza di un piccolo saggio uomo intrappolato nel corpicino malato di un bambino.
Una malattia ‘nascosta’
Lele non ha mai parlato della sua malattia. Lele soffriva di neuroblastoma, una grave forma di tumore che ha origine nelle cellule del sistema nervoso autonomo e controlla alcune funzioni involontarie come il battito cardiaco, la respirazione o la digestione. Si sottoponeva infatti quotidianamente a cure invasive per nulla piacevoli per un bambino di nove anni. Ma lo faceva con una dignità e una forza insolite e incredibili, senza mai accennare al dolore fisico e senza mai abbattersi. Tanto da trasformare una triste esperienza ospedaliera in una risorsa, per sé e per gli altri. Attraversava sulla sua sedia a rotelle i corridoi dell’Ospedale, trasportato dal papà e, nel frattempo, girava i suoi video, mostrando e descrivendo ogni angolo, ogni paziente, ogni medico che incontrava e a cui si ispirava.
E ne parlava con lo stupore di un bimbo, con l’entusiasmo di un piccolo esploratore. Ma subito dopo diventava serio, mai triste, perché aveva una missione: insegnare a sognare.
Inseguite i vostri sogni
“Io voglio diventare un medico e questo farò!”, dichiarava con convinzione in uno dei suoi video più cliccati. Senza dubitare minimamente delle proprie possibilità, credendoci fermamente, il piccolo Gabriele, a soli nove anni, spiegava da una stanzetta d’ospedale quanto sia importante realizzare i propri sogni.
E non solo. Somministrava anche lezioni pratiche su come realizzarli. “Se vuoi fare l’autista, devi prima prendere la patente”, affermava con naturalezza disarmante. Dimostrava di aver capito molte più cose di quanto un adulto sia in grado di apprendere. Non pensava mai alla morte, Lele, anzi parlava di sogni, d’amore e di vita, senza mai perdere la speranza e la fiducia.
Una vita che lo ha abbandonato troppo presto ma che non è riuscita a cancellare il ricordo di un tenero bambino fin troppo in gamba, che oggi ci avrebbe salutato dicendo: “Bella tutti i ragazzi questo video finisce qui, ci vediamo in un prossimo video”.