Una lunga indagine, cominciata nel 2013, in seguito alla denuncia di una ragazza, ha permesso di squarciare il velo su di un mondo assurdo: una vera e propria setta, attiva tra l’Emilia Romagna e le Marche, che basava la propria dottrina sui principi della dieta macrobiotica ed arrivava a plagiare pesantemente gli adepti. Secondo la giovane vittima, il capo di questa organizzazione, un imprenditore molto conosciuto nel campo, prometteva benefici miracolosi attraverso l’osservanza dei regimi alimentari da lui proposti, che avrebbero permesso anche di guarire da malattie ritenute incurabili.

Così, dopo anni di inchiesta affidata alle Squadre Mobili di Forlì e Ancona, cinque persone sono state indagate per una lunga serie di reati.

La dieta usata per rendere in schiavitù

Nell'elenco delle accuse figurano l’associazione a delinquere, maltrattamenti, lesioni e perfino l’evasione fiscale nello svolgere l’attività. Le persone che si avvicinavano al gruppo erano pian piano ridotte in schiavitù, mediante una rigida limitazione del cibo, e spinte a tagliare tutti i ponti con il mondo esterno. Questo pesante condizionamento permetteva ai vertici dell’organizzazione di controllare ogni aspetto della vita degli adepti e di poter chiedere ingenti somme di denaro in donazione. Inoltre chi entrava in questa spirale era anche obbligato ad abbandonare le tradizionali cure mediche per affidarsi unicamente al regime alimentare imposto dalla setta.

Nel corso del tempo era stata creata una struttura ben radicata nel territorio in cui operavano gli indagati: una segreteria centrale a cui facevano riferimento “capizona” e “capicentro” che svolgevano la propria attività all’interno di “Punti macrobiotici”.

Cos’è la macrobiotica?

Lo stile di vita imposto agli adepti partiva dall’osservanza dei principi della macrobiotica, una pratica alimentare non riconosciuta dalla medicina ufficiale che, partendo dallo studio di alcune teorie filosofiche cinesi sulle forze che regolano l’universo, arriva a proporre un regime dietetico che permetterebbe a chi lo segue un maggiore benessere.

In particolare il capo di questa setta aveva ideato ben cinque diverse diete – chiamate Ma. Pi. dalle sue iniziali – che prevedevano sempre maggiori restrizioni. Inoltre il plagio degli adepti sarebbe avvenuto anche attraverso lunghissime conferenze in cui il maestro elogiava i benefici della sua teoria. Così spesso le vittime erano indotte ad allontanarsi dal proprio lavoro per impegnarsi completamente all’interno dell’organizzazione, in modo tale da essere sfruttati e sottopagati.

Infine le forze dell’ordine hanno riscontrato una lunga serie di reati finanziari: evidentemente nel “mondo più sano”, promosso dall’imprenditore a capo della setta, non era previsto nessun pagamento delle tasse.