Sette arresti in sei anni: questo è il totale delle persone finite in manette dopo aver partecipato al film diretto da Matteo Garrone #Gomorra. Recente è la notizia dell'arresto di Salvatore Russo per spaccio di droga a Scampia. Il film, ispirato all'omonimo romanzo di Roberto Saviano, ha portato sul grande schermo fatti di cronaca partenopea legati alla criminalità organizzata nel 2008.

L'arresto

Nella mattina del 14 Marzo 2018 una squadra dei Carabinieri del nucleo operativo antidroga di Napoli ha eseguito un Blitz a Scampia, nel quale è stato arrestato Salvatore Russo, attore che nel film di Matteo Garrone interpretava il ruolo di un camorrista che addestrava le vedette e le nuove leve, testandone il coraggio sparando alle loro giacche antiproiettile.

Già in passato Russo aveva avuto problemi con la legge, soprattutto nel 2016 quando venne arrestato sempre per problemi legati al traffico di stupefacenti. Questa volta Salvatore, detto Totoriello, è stato coinvolto in un'organizzazione malavitosa legata allo spaccio di droga in una piazza di Scampia, della quale lo stesso interprete sarebbe uno dei membri più influenti.

La maledizione di Gomorra

Dal 2012 ad oggi, ben sette arresti per diversi tipi di reato hanno coinvolto attori e comparse che hanno partecipato al film Gomorra: dallo spaccio di sostanze stupefacenti all'estorsione, dalla rapina all'omicidio. La situazione più grave ha visto coinvolto un altro attore apparso nella pellicola di Garrone, ovvero Bernardo Terracciano, che nella narrazione interpretava uno spietato boss, e che nella realtà è stato condannato, insieme ad altri tre imputati, per duplice omicidio.

Ma la maledizione legata al libro di Roberto Saviano non si limita a questo: numerose sono state anche le polemiche legate a Gomorra la serie, la serie televisiva ispirata al film che fino ad ora è stata trasmessa per tre stagioni su Sky Atlantic. La serie, diretta da Paolo Sorrentino, secondo gli accusatori avrebbe la colpa di istigare i giovani, soprattutto quelli delle periferie più degradate d'Italia, alla violenza e alla vita criminale, in quanto responsabile di una mitizzazione ed un'umanizzazione di personaggi legati alla camorra.

I telespettatori sono letteralmente divisi tra chi riconosce in "Gomorra" (libro, film e serie televisiva) una vera e propria opera d'arte legata ad un'idea di denuncia sociale, e chi invece è fermamente convinto che il tutto sia solo uno spietato e pericoloso business cinematografico.