Era finita nel mirino di una gang di ragazzine per questioni razziali ed aveva chiesto disperatamente aiuto perché temeva per la sua incolumità. L’appello di Mariam Mustapha è caduto nel vuoto e la diciottenne italo egiziana è deceduta il 14 marzo per le conseguenze di un vile pestaggio subito il 20 febbraio. La giovane si era trasferita da Ostia a Nottingham per esigenze di studio e il giorno dell’aggressione aveva appreso di essere stata ammessa alla facoltà di ingegneria. Una tragedia dai tanti lati oscuri con inquirenti inglesi ed egiziani che stanno cercando di sbrogliare l’intricata matassa per la quale è stato aperto anche un fascicolo dalla Procura di Roma.

Nuovi particolari inediti sulla questione sono stati rilevati nel corso della puntata de Le Iene del 18 marzo. I genitori di Mariam, Hatim e Nasrim, hanno raccontato che sono stati costretti a chiudere per colpa della crisi la pizzeria che gestivano a Fiumicino per trasferirsi in Inghilterra su consiglio del cugino. ‘Mia figlia amava l’Italia e fin dal primo giorno mi ha detto: io muoio in questo paese’. La diciottenne soffriva di una malformazione congenita al cuore che l’aveva costretta ad una serie di controlli ed interventi in Italia.

Disavventure con i medici inglesi e aggressioni

Nel Regno Unito la giovane aveva avuto una serie di disavventure con i medici che non avevano compreso il suo problema.

L’italo egiziana aveva denunciato con un video messaggio il comportamento dei sanitari inglesi attraverso il quale riferiva che era stata dimessa nonostante si sentisse male e non fosse stata visitata da uno specialista. Un grido di aiuto che è rimasto inascoltato. A rendere ancora più tormentata la vita di Mariam a Nottingham un gruppetto di coetanee che avevano preso di mira la giovane e la sorella.

Nell’intervista rilasciata a Pablo Trincia Mallak ha raccontato di essere stata seguita fino al parco dove le hanno insultate per il colore della pelle e della religione. ‘Mi hanno preso a pugni, avevo tutta la faccia sanguinante ed avevano qualcosa di metallo in mano’. I genitori hanno sporto denuncia ma nessuna delle responsabili è stata individuata.

Il 20 febbraio il nuovo episodio violento con le baby gang che raggiunge Mariam su un pullman, l’accusano di essere la titolare di un nick name dal quale sarebbero partiti insulti nei loro confronti e la picchiano selvaggiamente nonostante il disperato tentativo di proteggerla da parte di un amico. La tragica scena viene anche filmata da un cellulare e diffusa in rete.

La testimonianza di una giovane del 'branco'

La diciottenne viene soccorsa e trasportata al pronto soccorso dove la dimettono nonostante accusasse forti dolori alla testa. ‘Sul referto è riportato nessun fattore di rischio’. Nella notte la situazione di Mariam è peggiorata: ‘La sua faccia mi ha fatto paura, aveva gli occhi sotto sopra’.

L’italo egiziana è stata trasportata nuovamente in ospedale dove è stata sottoposto ad un delicato intervento. Uno dei medici si è scusato con il padre: ‘Abbiamo fatto il possibile, ma sua figlia resterà paralizzata sulla parte sinistra’. Purtroppo le condizioni fisiche della diciottenne sono peggiorate ed i genitori hanno tentato a ricoverarla presso il Bambin Gesù attraverso l’ambasciata italiana. ‘Ma le mail tornavano indietro’. Mariam è deceduta il 14 marzo dopo tre settimane di agonia. L’inviato de Le Iene è riuscito a contattare alcune ragazze che erano nel gruppo che ha aggredito l’italo egiziana. ‘Tisha era innamorata dell’amico di Mariam e gelosa della loro amicizia e per questo l’ha iniziata ad odiare’.