Una donna single ha ottenuto il via libera dal Tribunale dei minori di Napoli per l'adozione di una bambina di 11 anni bielorussa che aveva ospitato per quattro mesi all'anno nell'ambito dei programmi atti ad aiutare i bimbi esposti alle radiazioni di Chernobyl. Antonia (nome di fantasia perché la donna preferisce rimanere anonima) al "Corriere della Sera" ha raccontato di non aver pensato all'adozione fin dalle prime fasi dell'affido temporaneo, aggiungendo però di aver cominciato a percepire, nel tempo, un legame sempre più profondo, affermando: "Quando l'anno scorso sono andata in Bielorussia per il suo compleanno, anche per vedere l'Istituto in cui è cresciuta, me l'ha chiesto lei e ho sentito che era la cosa giusta".
Questo è il terzo caso dal 2009 in cui una donna single in Italia riesce a portare a termine un'adozione internazionale, un tipo di processo che impiega anni di battaglie legali com'è avvenuto nel 2009, in Sardegna: una battaglia andata avanti per 12 anni, fino a quando Annalisa Dessalvi è riuscita ad adottare, anche se non era sposata, una ragazza bielorussa.
Il problema di Antonia, oggi, è legato principalmente alle difficoltà derivanti dalla legge italiana: "Il divieto di adozione presuppone l'idea che noi single non possiamo educare. Eppure in Italia ci sono milioni di donne divorziate e sole che sono comunque delle brave madri".
Storia dell'adozione tra passato e presente
In principio, l'adozione aveva solo una funzione patrimoniale e assistenziale poi, con l'avvento delle società cristiane, si è aggiunta anche la funzione "altruistica", e si è trasformata ancora nella seconda metà del XX secolo.
Inizia così lentamente a presentarsi la necessità di disciplinare l'adozione, e di adoperarsi per il rispetto dei diritti dei bambini e dei loro genitori. A tale scopo, tra la fine degli anni '60 e '80 sono state introdotte la legge n°431/67 per l'adozione speciale, e la legge n°184/83 per l'affidamento familiare e l'adozione internazionale. Per quanto riguarda le persone single, la procedura però non è così semplice.
La Corte, infatti, ha aperto la possibilità di adozione a persone single solo nei seguenti casi:
- quando tra questa persona e il bambino - orfano di entrambi i genitori - esiste un rapporto stabile e duraturo già da prima della morte dei genitori;
- quando il bambino - orfano di entrambi i genitori - vive una condizione di handicap;
- quando sussiste l'accertata impossibilità di affidamento preadottivo: ad esempio, se non si è trovata una coppia idonea per il bambino, o se tra il bimbo e il single esiste un rapporto pregresso stabile e affettivo, la cui interruzione potrebbe costituire danni psicologici al minore.
Strutture familiari in un mondo che cambia
Le configurazioni familiari si sono andate diversificando sempre di più nel corso degli ultimi decenni.
Molte persone possiedono un'immagine idealizzata del nucleo familiare coeso e multigenerazionale tipico di un passato lontano: una struttura di tipo biparentale con a capo il marito che provvedeva al sostentamento materiale della famiglia, e la moglie, casalinga a tempo pieno, che si dedicava alla gestione della casa, all'allevamento dei figli e alla cura degli anziani. Troppo spesso questa struttura nucleare si tradusse in un sistema rigido e chiuso, scollato dalla famiglia allargata e dalla rete più amplia nella comunità sociale.
Oggi il modello idealizzato di una famiglia unita, bianca, di estrazione piccolo borghese con un padre lavoratore e una madre casalinga, tipico degli anni Cinquanta, è solo un piccolo frammento nell'ampia costellazione di strutture familiari.
La diversa configurazione della vita familiare contemporanea include molteplici culture e organizzazioni familiari in continua evoluzione: madri che lavorano e famiglie bireddito, famiglie di divorziati, famiglie monoparentali e ricostituite, coppie di fatto e convivenze, sia gay che eterosessuali.
Per scelta e, forse per necessità, sono sempre di più le donne e madri attualmente impiegate come forza lavoro. Inoltre, le famiglie monoparentali in cui l'unico genitore non si è mai sposato o è divorziato, si stanno diffondendo velocemente, rappresentando ormai una percentuale che supera il 25% di tutte le tipologie familiari. I bambini, in genere, si trovano meglio se, pur vivendo con un solo genitore, possono contare su una certa sicurezza economica e su una buona funzione parentale.
Quindi, per la crescita funzionale dei bimbi, non è fondamentale che la famiglia sia costituita esclusivamente da un papà e da una mamma; sono molteplici le strutture familiari che consentono un favorevole sviluppo, l'importante è che ci sia un ambiente sano, caratterizzato da amore e sicurezza economica. Inoltre è quantomeno fuoriluogo che si parli ancora di "sostenitori della famiglia", in riferimento a quanti celebrano la famiglia nucleare degli anni Cinquanta come unico riferimento di ambiente "sano", mentre si denunciano come "detrattori della famiglia" quanti vanno affermando una concezione pluralistica della stessa. Riscontri clinici hanno dimostrato che i bambini possono essere allevati in modo adeguato in contesti familiari che presentano un'ampia varietà di configurazioni.