Sono scattate all’alba 37 ordinanze di custodia cautelare, nell’ambito di un’operazione antidroga iniziata all'una della scorsa notte, denominata “Orione”, conclusa dai carabinieri del comando provinciale di Lecce sulla base delle indagini condotte dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Maglie, guidata dal capitano Giorgio Antinelli. Tra gli arrestati l’ex portiere del Lecce Davide petrachi.
Petrachi, una parabola discendente
I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Lecce Vincenzo Brancato su richiesta dei pm Antimafia Guglielmo Cataldi e Maria Vallefuoco.
Dei 37 arrestati, 20 sono stati portati in carcere mentre per 17 è stato applicato il regime dei domiciliari. Tra questi figura Davide Petrachi, 32enne originario di Melendugno, noto per aver difeso i pali del Lecce per diverse stagioni, svolgendo tutta la trafila nel settore giovanile del team salentino ed esordendo anche in Serie A nell’incontro Novara-Lecce, del 25 marzo 2012, conclusosi 0-0, durante il quale prese il posto di Max Benassi all’inizio del secondo tempo. L’estremo difensore, in questa annata, stava difendendo i pali della porta del Melendugno, compagine militante nel torneo di Terza Categoria. Per lui, altre esperienze calcistiche con le maglie della Virtus Lanciano in Serie B, del Martina Franca in Serie C1 e del Nardò in Serie D.
Pesanti i reati contestati al portiere
Ai 37 arrestati, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi, danneggiamento, danneggiamento seguito da incendio, associazione di tipo mafioso, detenzione di materie esplodenti, estorsione, favoreggiamento personale, detenzione e spaccio di stupefacenti, porto abusivo di armi, furto aggravato, ricettazione, minaccia aggravata, sequestro di persona e violenza privata.
Nel gergo del sodalizio criminale, Petrachi veniva chiamato ‘calcio’ o ‘portiere’: nello specifico, l'ex Lecce dovrà difendersi dalle accuse di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Facendo riferimento all'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Vincenzo Brancato, Petrachi, secondo quanto emergerebbe dalle indagini, non era solo un semplice consumatore di droga ma la riceveva per cederla ad altri.
Per gli inquirenti, l'organizzazione faceva riferimento allo stesso Petrachi (oltre che ad altri undici indagati) per ampliare la propria rete di spaccio e, sempre per quanto concerne il portiere, il gip parla di quantità di droga «non precisata ma comunque non modica».