Il Comitato Nonucle-Noscorie ha rilasciato, nella giornata di giovedì 22 marzo 2018, un comunicato stampa in merito all'ormai prossimo annuncio sulle zone valutate adatte per lo stoccaggio di scorie nucleari.
Il comunicato è anticipato da un breve testo, nel quale si legge che, con quest'intervento, il Ministro dello Sviluppo Economico potrebbe gravare la Sardegna di un ulteriore fardello, dopo quello relativo alle servitù militari. Nel testo si legge che si è appreso dalla stampa dell'imminente rilascio del decreto per la Carta Nazionale, nel quale verranno inserite le aree indicate come teoricamente idonee al deposito di materiale nucleare, non escludendo la Sardegna.
Tutto ciò, nonostante la popolazione della regione si sia già espressa negativamente - attraverso un referendum - circa la possibilità di uno stoccaggio di materiale nucleare sul proprio territorio, e quindi rispetto ad un ulteriore impoverimento economico delle aree di interesse.
Questa volontà è stata espressa con chiarezza, non solo con manifestazioni, ma anche con atti ufficiali quali referendum, leggi regionali, delibere dei Comuni e delle Province, determinazione della Conferenza Episcopale Sarda.
I sardi non devono distrarsi e tenersi pronti ad altre mobilitazioni
Il comunicato prosegue, annunciando che verrà convocato il comitato per alzare il livello d'attenzione in merito alla possibile individuazione della regione sarda come sito per il deposito unico per le scorie nucleari, e che verranno indette altre manifestazioni simili al NoNucle-die (giornata contro il nucleare), tenutasi il 7 giugno 2015.
Le dichiarazioni da parte del Comitato Nonucle-Noscorie rivendicano il referendum consultivo sardo, effettuato nel 2011, che ha delineato un plebiscito contro il nucleare. Il testo della consultazione referendaria citava: "Sei contrario all'installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?".
Il sì ebbe la meglio con il 97% dei voti sul 60% dei sardi aventi diritto che si recarono alle urne.
Non si è fatta attendere la risposta del ministro Calenda che, in queste ultime ore, su Twitter ha dichiarato che la scelta dei siti di stoccaggio non è determinata dal governo, e quindi dalla politica, ma "termine di un lungo processo tecnico".
A questo punto, non resta che attendere il decreto nel quale il Ministero dello Sviluppo Economico renderà note le zone candidate ad essere scelte come siti di stoccaggio per le scorie nucleari.