La sinestesia è un fenomeno per cui determinate persone hanno la capacità percettiva di associare tra loro input proveniente da sensi diversi. Le persone che possiedono questo “super potere” riescono quindi, per esempio, a vedere il colore di un suono, a legare una forma geometrica ad un sapore o ad odorare un colore. Riguardo a questo fenomeno non si è mai compiuta una ricerca approfondita, sia perché l'idea che sensi differenti possano far riferimento a fenomeni fisici differenti pare abbastanza strana, sia perché il modello neurologico comunemente accettato non presuppone la possibilità di questo evento, in quanto stimoli sensoriali diversi sono in teoria elaborati in aree celebrali differenti.

Le sinestesie più comuni sono quelle grafema-colore: lettere e intere parole possono essere percepite aventi un proprio colore, quella tattile: uno stimolo tattile viene percepito anche uditivamente, e infine quella lessicale-gustativa: il soggetto mentre legge riesce a “gustare” le parole.

Le basi genetiche

Studi compiuti su pazienti aventi questa particolare distorsione percettiva hanno dimostrato una possibile correlazione genetica e quindi la possibilità che sia una questione ereditaria. Uno studio in collaborazione tra il Max-Planck-Institut per la psicolinguistica di Nijmegen, nei Paesi Bassi, e l’Università di Cambridge, nel Regno Unito ha evidenziato la probabilità di questa ipotesi. Infatti, si è visto come la sinestesia ricorra in determinate famiglie e condiziona intere generazioni; grazie a tecniche di sequenziamento del DNA i ricercatori hanno tracciato le componenti genetiche ereditarie in tre famiglie diverse e nelle varie generazioni.

“Gli studi - compiuti utilizzando la tecnica dell'imaging cerebrale - indicano che i cervelli delle persone in grado di provare sinestesia possiedono circuiti neuronali differenti rispetto a quelli delle persone normali”, ha commentato una coautrice dello studio, "è questa scoperta che ci conferma che una parte delle risposte alle domade sull’origine di questo fenomeno sia da ricercare nel patrimonio genetico delle persone”.

La sinestesia come base dell’evoluzione

David Brang e Vilayanur S. Ramachandran, dell'Università della California a San Diego hanno compiuto vari studi evoluzionistici nei quali sostengono l’importanza di questo fenomeno in quanto alla base della sopravvivenza alle pressioni evolutive. I due ricercatori americani hanno portato alla luce due esempi, sì estremi ma alquanto interessanti, sulla funzionalità di questo fenomeno.

Il primo caso riguardava un soggetto che utilizzò questa dote per memorizzare ben 22514 cifre del pi greco, e un altro caso analogo in cui la sinestesia veniva usata per migliorare enormemente la propria capacità memonica. I dati inoltre mostrano come questa qualità sia presente sette volte in più in pittori, poeti e altri artisti rispetto alla popolazione normale, ciò dimostrerebbe come il cervello di queste persone sia capace di mettere in relazione tra loro concetti e idee che normalmente non sono relazionate.

La sinestesia emotiva

Ora proviamo a immaginare come dovrebbe essere un rapporto sessuale per uno di questi individui. Le fasi caratteristiche di chi ha un rapporto di questo tipo, che principalmente riguarda la visione del colore, sono due: la percezione di una sfumatura nel momento della crescita dell’eccitazione sessuale e la percezione di un’altra tinta nell’istante dell’orgasmo.

Tuttavia, ciò non si traduce con una maggiore soddisfazione, ma anzi il contrario; infatti i soggetti sinestetici mostrano uno stato di trance sessuale più profondo del solito che però attribuisce all’esperienza un connotato di irrealisticità, in quanto probabilmente la mente si focalizza in maniera minore su componenti chiavi della soddisfazione sessuale.