Antonietta Gargiulo è ancora in sedazione profonda nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale romano San Camillo. Nella carneficina di mercoledì a Cisterna di Latina per mano di suo marito, l'appuntato Luigi Capasso, è stata colpita alla mascella, a una spalla e all'addome. Forse oggi potrebbe essere risvegliata. Ma non ci sarà sedazione mai alla sofferenza a vita che le ha lasciato 'in eredità' il coniuge prima di suicidarsi, Non ci sarà modo di lenire un dolore inestirpabile quando qualcuno dovrà dirle che le figlie Martina di 7 anni e Alessia di 13 sono state uccide dal padre.

Che Antonietta fosse stata accorta, l'ha detto e ripetuto la sua avvocata Maria Concetta Belli. Ha fatto di tutto per salvarsi e salvare le figlie, ma non c'è riuscita. L'ha raccontato oggi a 'La Vita in diretta' l'amica Michela Cerrato.

Condizioni gravi ma stabili

Ieri Antonietta è stata sottoposta a un intervento di chirurgia maxillo-facciale per ridurre la frattura alla mascella provocata da uno dei proiettili esplosi dalla pistola d'ordinanza del marito. Intubata e sotto sedazione costante, è in condizioni gravi ma stabili. Il decorso post operatorio è buono. Nel reparto ci sono due sorelle, un fratello, amici. La prognosi resta riservata. Finora non ha ripreso conoscenza. Più difficile del risveglio, sarà il ritorno alla realtà.

L'avvocata

Antonietta era consapevole e non ha fatto nessuno dei drammatici errori che commettono le donne 'agevolando' i femminicidi. La sua avvocata l'ha detto: non è mai caduta nelle trappole che il marito da cui si stava separando e aveva allontanato da casa, le ha teso. Aveva cambiato la serratura della porta. Ha avuto paura di denunciarlo per ritorsioni, ma ha fatto un esposto.

Ha rifiutato di incontrare il coniuge che le proponeva di vedersi temendone la pericolosità. Si è rivolta al comune e ai servizi sociali. Ha fatto tutto il possibile per proteggere sé stessa e le figlie, per dare loro una vita normale malgrado fossero terrorizzate dopo aver visto spesso il padre picchiare la mamma. Ha chiesto l'aiuto delle forze dell'ordine, anche chiamando il 113, quando se lo ritrovava davanti al supermercato, alle poste, all'uscita della chiesa o della scuola delle bambine.

La testimonianza dell'amica del cuore

Mercoledì mattina l'amica del cuore, Michela Cerrato, preoccupata perché non riusciva a parlarle, ha chiamato Antonietta. Ma il peggio era già accaduto: Capasso l'aveva ferita, le aveva preso la borsa con le chiavi e il telefono, era entrato in casa e aveva ucciso le figlie. Così al telefono di Michela ha risposto lui: "Bastarda la colpa è tutta tua - le ha detto - Antonietta sta all'ospedale e le bambine le ho ammazzate". Purtroppo era vero. Ora sappiamo che è stato un piano studiato nei minimi dettagli, una carneficina organizzata. Perché Capasso considerava moglie e figlie oggetti di proprietà e non potendo più averle ha deciso di punirle con la morte.

Alla puntata odierna della 'Vita in diretta', Michela ha raccontato che tutto è precipitato quel 3 settembre quando lui si è presentato alla Findus dove Antonietta lavora e davanti ai colleghi di lei che sono intervenuti l'ha picchiata e poi se ne è andato con le bambine che erano in auto e hanno visto tutto.

Antonietta non ha chiamato le forze dell'ordine nel timore di peggiorare la situazione e ha chiesto l'aiuto dell'amica perché aveva paura anche di tornare a casa. Quando lei e l'amica sono entrate nell'appartamento, Capasso l'ha presa per i capelli, l'ha sbattuta a terra e l'ha presa a botte. Appena hanno potuto quella notte le due donne e le bambine e si sono rifugiate a casa di Michela. "Da quel giorno ha capito con chi aveva a che fare realmente e ha deciso di separarsi e fare l'esposto", racconta l'amica. Per tre mesi quando temeva che l'esposto potesse tramutarsi in denuncia, l'appuntato si è calmato. Scaduti i 90 giorni, ha cominciato a perseguitare Antonietta con messaggi, telefonate, appostamenti.

Racconta Michela straziata: "Abbiamo fatto di tutto per proteggere le bambine, ma non ci siamo riuscite. Non avremmo mai pensato che arrivasse a tanto, Che fosse un cattivo marito l'aveva dimostrato, un cattivo padre no".