Erano partiti questa mattina per un'escursione sul Gran Zebrù, nelle Alpi dell'Ortles in Trentino Alto Adige, quando una valanga si è staccata a circa 3200 metri, travolgendoli mentre percorrevano il lato est. I soccorsi sono stati allertati da altri escursionisti che si trovavano a Cima Solda, che hanno notato il distacco della slavina e il pericolo.

L'incidente

I tre escursionisti provenivano dall'Austria e ieri sera avevano pernottato al rifugio Casati. Alle 10:30 di questa mattina, mentre si trovavano presso il Passo Bottiglia, sono stati travolti da una slavina a circa 3400 metri di altezza, che poi ha proseguito la discesa fino a 2800 metri.

I tre erano equipaggiati con dispositivi Arva, che consentono la localizzazione sotto le valanghe. I soccorsi - effettuati con elicotteri Pelikan e Aiut Alpin che trasportavano gli uomini del soccorso di Solda (Bolzano) - si sono portati sul posto in 40 minuti. L'incidente, però, ha cagionato la morte di due di essi - estratti dalla neve già privi di vita - mentre una terza persona, una giovane donna, è stata trasportata in gravi condizioni all'ospedale di Trento, dove è deceduta poco dopo.

Un tragico bilancio

Il Gran Zebrù, meta oltremodo ambita per gli appassionati, non è nuovo alle fatalità dei suoi visitatori. 7 persone persero la vita nel 1997 e nel 2013 altre sei. Alle 7 di mattina dell'11 luglio 2015 un alpinista tedesco perse la vita con un volo di 400 metri che lo uccise sul colpo.

Gli organi di stampa altoatesini riferirono che l'uomo, partito con un gruppo di ragazzi, si era staccato per un attimo dalla cordata. Stava per raggiungere la vetta. Nel 2016 una coppia vicentina incontrò la morte sulla cima, disorientata probabilmente da una nuvola che aveva impedito loro la visibilità. Per questo avevano imboccato, presumibilmente, la discesa sbagliata.

I soccorritori riferirono che ricostruire le dinamiche dell'incidente era impossibile.

Solo nell'ultima settimana si sono registrate altre due morti: domenica 18 marzo una donna austriaca, 55 anni, ha perso la vita a circa 2700 metri; un giovane di 22 anni, mercoledì 14 marzo, è rimasto ucciso da una valanga mentre percorreva Corvara.

Gli esperti considerano la scalata del Gran Zebrù come difficoltà medio-alta, eppure numerosi escursionisti evitano i sentieri preferendo i cosiddetti fuori pista nei quali insiste il pericolo delle slavine che si intensifica con l'approssimarsi della primavera.