Durante un normale controllo per verificare se Marcello Spirlì fosse in casa, rispettando gli arresti domiciliari, i Carabinieri di Taurianova (Reggio Calabria) hanno sì constatato la presenza del pregiudicato ma, allo stesso tempo, hanno scoperto anche una piantagione di marijuana piuttosto ampia, che avrebbe potuto fruttare circa 300.000 euro se fosse partita la vendita.

Le piantine variavano tra 50 cm e 1,5 mt di altezza

Nella giornata di sabato 10 marzo, le forze dell'ordine hanno provveduto alla distruzione di una piantagione di marijuana in contrada Pegara.

Gli agenti, dopo essere giunti nell'appartamento in cui Marcello Spirlì stava scontando i domiciliari, si sono insospettiti nel percepire un insolito odore di cannabis.

Le piantine venivano coltivate nella serra di proprietà del 46enne, il quale aveva anche provveduto all'installazione di uno specifico impianto di illuminazione, ricorrendo ad un collegamento abusivo alla rete elettrica. L'insolito vivaio si estendeva per circa tre magazzini, che corrispondevano a circa 1.020 piantine, poi prontamente distrutte dai carabinieri.

Il pregiudicato era ben noto alle forze dell'ordine a causa dei suoi numerosi precedenti: non è un caso, dunque, se i carabinieri si siano subito insospettiti durante il controllo relativo al rispetto dei domiciliari.

La piantagione era dotata di tutta la strumentazione necessaria alla coltivazione, e avrebbe potuto fruttare dei guadagni illeciti piuttosto cospicui al 46enne, se si considera che alcune piante raggiungevano anche un'altezza di un metro e mezzo.

Marcello Spirlì è stato nuovamente posto ai domiciliari

Oltre alle piantine sequestrate, gli uomini dell'Arma hanno trovato dei campioni di cannabis già confezionati e, probabilmente, pronti ad essere immessi sul mercato.

Inoltre è stata scoperta una somma di 7.500 euro in contanti di dubbia provenienza. Dopo un'attenta perquisizione, gli agenti hanno provveduto a distruggere la coltivazione, mentre il 46enne è stato arrestato e posto nuovamente agli arresti domiciliari in attesa di processo.

Va fatto indubbiamente un plauso alle forze dell'ordine per aver scoperto questa gestione illegale di marijuana e per la prontezza con cui sono intervenute.

Del resto, lo spaccio di sostanze stupefacenti è una piaga piuttosto diffusa in Italia, e a tal proposito non bisogna dimenticare la battaglia portata avanti da Vittorio Brumotti e da "Striscia la Notizia", che spesso si recano nelle zone a rischio di varie città per provare a denunciare questa pericolosa attività illecita, invitando la cittadinanza a non fare ricorso a droghe di qualsiasi tipo.

Infine, poco prima che emergesse la vicenda verificatasi a Reggio Calabria, venerdì 9 marzo era stata riportata un'altra notizia inerente l'arresto, da parte dei carabinieri di Cosenza, di madre e figlio ai quali sono stati sequestrati ben 10 chili di hashish nascosti sotto un tavolo e suddivisi in 20 panetti.