A Torino, due coniugi, dopo aver mangiato del tonno fresco che proveniva dalla Spagna e che avevano acquistato in una pescheria locale, sono stati colpiti da intossicazione da istamina. I due si sono recati immediatamente in ospedale e sono stati curati con cortisone e antistaminici.

Le analisi sul tonno

Dalle analisi che sono state fatte dal laboratorio dell'istituto Zooprofilattico di Torino diretto dalla dottoressa Lucia Decastelli in diversi campioni di tonno è stata riscontrata la positività alla sindrome sgombroide. In tutti i campioni sono stati ritrovati altissimi livelli di istamina.

I provvedimenti dell'Asl di Torino

L'Asl sta scrivendo la notizia di reato da inviare alla magistratura per le indagini su quanto è accaduto.

L'intossicazione da sindrome sgombroide può causare arrossamento della pelle, prurito, nausea, diarrea, palpitazioni, crampi addominali o cefalea. Quest'anno è la prima volta che ciò accade nel Piemonte. È stato possibile, grazie alla rapidità degli accertamenti, determinare una connessione tra il cibo consumato e la tossina, che era presente nei campioni in quantità molto più alta rispetto alla soglia di sicurezza.

L'Asl di Torino spiega che se il pesce viene conservato male, questo può portare allo sviluppo della istamina, in alcuni casi ciò può avvenire già al quando il pesce si trova sulle navi di cattura; l'istamina, inoltre, è termostabile, cioè resistente al calore e alla cottura del pesce.

Diversi casi del genere si erano verificati in Spagna

Diversi casi del genere si sono verificati in Spagna l'anno scorso e qualcuno anche in Italia.

Tanto che il ministero della Salute della Spagna ha mandato un comunicato ripreso sul sito del Ministero italiano, in cui diceva di stare attenti al consumo del tonno, perché c'era un alto rischio di intossicazione di istamina: si invitava, infatti, i cittadini che avessero acquistato del tonno fresco a partire dal 25 aprile 2017 a contattare immediatamente i venditori per verificare se il cibo provenisse dalla ditta spagnola Garciden e, in tal caso, a non consumarlo.Non si sa, in attesa dell'inchiesta, se il tonno che i due coniugi hanno mangiato provenisse dalla stessa ditta spagnola o da un'altra.

Ma ora si cercherà di capire dalle indagini in quale punto della filiera si è interrotta la catena del freddo e se, nonostante la nota che il ministero della Salute della Spagna aveva inviato, quei prodotti siano stati ancora venduti in Italia.