Attentato della 'ndrangheta a Limbadi, nella provincia di Vibo Valentia. Il padre Francesco Vinci e suo figlio Matteo, sono saltati in aria con la propria auto mentre si accingevano ad andare in campagna. Inizialmente si era pensato ad un incidente causato dalla bombola a gpl che carburava la Ford Fiesta. Ma, successivamente, gli artificieri hanno appurato che si è trattato di una bomba piazzata nel bagagliaio.

Il fatto si è verificato nella frazione di Cervolaro, nel comune di Limbadi, intorno alle 15:00.

La dinamica dei fatti

La deflagrazione è stata percepita in tutta l'area, causando la combustione della vettura all'interno della quale è spirato Matteo Vinci, quarantatreenne, candidato alle elezioni comunali del 2015 nelle fila di “Limbadi libera e democratica”.

Suo padre Francesco, settantatreenne, carrozziere in pensione, è stato catapultato all'esterno dell'auto e da quanto si apprende, avrebbe ustioni di I° e II° grado, perlopiù nelle gambe. Immediatamente soccorso da una equipe del 118, l'uomo sarebbe in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Accompagnato al nosocomio di Vibo Valentia, è stato trasferito in elicottero al Centro grandi ustionati di Palermo, in Sicilia.

Indagini in corso

Quanto successo ieri è oggetto di indagine da parte dei militari dell'arma dei Carabinieri, nella fattispecie del Nucleo investigativo di Vibo Valentia, coadiuvati dal maggiore Valerio Palmieri. Con il passare delle ore, emergono particolari che focalizzano l'attenzione degli investigatori.

Nel 2014, padre e figlio vennero bloccati e arrestati in seguito ad una colluttazione avuta per motivi di confini con i vicini di abitazione, peraltro parenti dei Mancuso. Ma nessuno dei familiari coinvolti avrebbe precedenti legati ad attività mafiose. In ogni caso, la questione è seguita con attenzione dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Riunione di emergenza in Prefettura

Il prefetto, Guido Longo, ha radunato a Vibo Valentia il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Si è discusso di quanto avvenuto a Soriano Calabro dove è stata deturpata la lapide di Filippo Ceravolo, vittima della 'ndrangheta e a Limbadi dove un’autobomba ha ucciso il figlio e ferito gravemente il padre.

Al summit estemporaneo, hanno aderito gli esponenti delle Forze dell’Ordine e il procuratore aggiunto della DDA di Catanzaro, Giovanni Bombardieri.