9 aprile 2018, è quasi sera. Siamo nella campagna vibonese, precisamente a Cervolaro, vicino Limbadi nel cuore di Vibo Valentia. Improvvisamente un boato: un'auto prende fuoco e viene divorata dalle fiamme.

Matteo Vinci, 42enne, candidato alle elezioni comunali, è morto

Così è morto l'uomo, ucciso da un'autobomba. Ad ora si ignora l'autore del gesto e i suoi eventuali complici. Con Matteo Vinci c'era il padre, un uomo sui 70 anni, rimasto ferito nello scoppio ma che per ora è salvo. Secondo le prime ricostruzioni riferite dalle forze dell'ordine, il figlio Matteo avrebbe riportato fratture alle gambe in seguito allo scoppio, che gli hanno impedito di allontanarsi dal veicolo ormai totalmente in fiamme.

Una tragica e lenta agonia. Il padre sarebbe corso a dare immediatamente l'allarme chiamando la moglie che avrebbe in seguito chiamato i soccorsi.

In poco tempo accorrevano sul posto i Vigili del Fuoco e i Carabinieri, che senza ombra di dubbio hanno appurato la dinamica dell'evento:

Una bomba aveva fatto esplodere l'auto!

Non un malfunzionamento, ma una bomba. La Ford Fiesta a metano è saltata in aria ed è stata completamente avvolta dalle fiamme!

Sul posto immediatamente è accorso il pubblico ministero della Direzione antimafia di Catanzaro. Matteo Vinci era un ex-rappresentante di medicinali e non aveva mai subito indagini anti-mafia ma aveva avuto scontri con il clan della 'ndrangheta Mancuso.

Secondo alcune fonti Sara Mancuso, sorella del boss, è proprietaria dei terreni confinanti con la proprietà di Matteo Vinci ed aveva in mente di appropriarsi di quest'ultimi. Ma il Vinci non ci stava e nel tempo sono cresciuti i dissidi. Proprio a novembre 2017 l'ultimo episodio: una furibonda lite tra l'uomo 70enne padre del Vinci e i vicini Mancuso è sfociata in un accoltellamento da parte dei vicini, che ha fatto finire in prigione sia Sara Mancuso che il Vinci.

Entrambi rilasciati, hanno attirato l'attenzione della procura antimafia.

L'intera provincia ribolle di giovani e spietati killer

Qualcuno la definisce una "polveriera" in cui gli equilibri di un tempo stanno cambiando. Il clan Mancuso si guarda bene, per ora, nell'entrare nelle violente faide della 'ndrangheta vibonese che cerca di trovare nuovi assetti.

Il prefetto di Vibo Valentia, Guido Longo, ha urgentemente convocato il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per decidere le piste da seguire nelle indagini.