Ci troviamo a Sassari, dove nelle ultime ore è successo un avvenimento che ha dell'incredibile: un ragazzo di appena 36 anni si è risvegliato dal coma ed ha denunciato un amico per tentato omicidio. Scattano subito le manette per il compaesano della vittima, Francesco Puddinu di 47 anni, sul quale gravano le accuse di lesioni aggravate e, dopo le dichiarazioni della vittima, di tentato omicidio. Si tratta di una accusa davvero pesante che il 36enne Giovanni Antonio Pedranghelu ha scagliato nei confronti dell'uomo dopo essersi risvegliato dal coma.
Giovanni Antonio, secondo le rivelazioni degli inquirenti, sarebbe stato ritrovato all'interno di un burrone, privo di sensi ed in evidente pericolo di vita. Dopo il ritrovamento, l'uomo è stato prontamente trasportato al pronto soccorso più vicino, dove gli sono state somministrate tutte le dovute cure ed attenzioni, e dove, soprattutto, è stato tenuto sotto strettissima sorveglianza fino a quando non si è risvegliato dal coma. Un risveglio non propriamente positivo, non per colui che si definiva suo amico almeno, poiché Giovanni Antonio Pedranghelu non ha atteso oltre, accusandolo di fronte ai carabinieri di tentato omicidio.
Si risveglia dal coma ed accusa l'amico di tentato omicidio
Un risveglio fuori dal normale, quello di Pedranghelu, che oltre a permettere alla vittima di abbracciare i propri familiari, gli ha inoltre consentito di sporgere denuncia ai carabinieri durante la stesura del verbale.
Stando alle dichiarazioni dell'uomo, Francesco Puddinu lo avrebbe fatto salire sulla sua macchina per accompagnarlo in un casolare dove avrebbero dovuto raccogliere del vino, ma invece di portare a termine ciò che si erano prefissati, sarebbe scoppiata una lite nella quale Pedranghelu ha avuto la peggio: il 36enne avrebbe dichiarato di essere stato colpito più volte dall'amico che, successivamente, è salito in auto, lo ha investito e gettato all'interno di un burrone.
I militari non hanno potuto prendere alla leggera tale testimonianza ed hanno quindi convocato l'accusato per deporre la propria testimonianza. Puddino si è quindi presentato in caserma in compagnia del proprio avvocato ed ha confermato di essersi messo alla guida dell'automobile sulla quale, secondo le dichiarazioni della vittima, Giovanni Antonio sarebbe salito prima della sua scomparsa.
Alcune telecamere della zona avrebbero ripreso i due uscire insieme da un locale e salire sulla stessa auto. Gli inquirenti passeranno al vaglio le immagini e le testimonianze, mentre Puddinu resta ancora il primo sospettato.