Oggi il regista Fausto Brizzi, al centro dello scandalo italiano ed internazionale circa le violenze sessuali nell'ambiente cinematografico, è stato indagato dalla Procura di Roma per reati di natura sessuale. La notizia è stata data da un famoso quotidiano, il Corriere della Sera, ma sembra che ci sia il rischio che le denunce possano essere archiviate. Esse arrivano infatti da tre donne che dichiarano di aver subito abusi da parte del noto regista, ma sembra che siano state presentate oltre i tempi prestabiliti, almeno due di esse, e la terza forse non presenta un numero minimo di elementi per procedere in tribunale.

Sono molte di più le donne che hanno dichiarato di aver subito avances molto spinte e veri e propri stupri da parte di Brizzi, ma non tutte hanno formalizzato in querela le loro dichiarazioni.

Le tre donne abusate

Solo tre donne fino ad ora hanno avuto il coraggio di denunciare il regista, che le avrebbe chiamate in casa sua per dei provini e poi avrebbe abusato o tentato di abusare fisicamente di loro. Le dichiarazioni sono emerse alcuni mesi o anni dopo i fatti, dopo che in USA è scoppiato lo scandalo Weinstein, e solo recentemente sono state sporte le denunce. Questo potrebbe compromettere l'indagine stessa: Brizzi è ora iscritto nel registro degli indagati, ma solo nei prossimi giorni si conosceranno le decisioni della Procura in merito alla tempistica.

La legge sulla prescrizione infatti ha dei tempi prestabiliti che, se non rispettati, fanno decadere qualsiasi procedimento, e quello sul regista romano è partito solo due mesi fa, nel momento in cui le donne abusate si sono rivolte alla magistratura. Pur sapendo di lottare forse per nulla, hanno deciso di proseguire, per cercare di ottenere giustizia e per far rendere pubblico il torto dell'accusato.

La prescrizione nei reati sessuali

Purtroppo i reati sessuali hanno solo 6 mesi di tempo per essere denunciati e questo è un grosso limite del nostro Codice Penale. Alcune delle aspiranti attrici abusate, infatti, hanno subito il torto molto prima e potrebbero essere costrette ad avviare solamente un procedimento civile e non penale.

Anche l'attrice Asia Argento, in prima linea contro gli abusi dopo aver aperto la strada alle denunce con il suo racconto sul "caso Weinstein", sfoga la sua rabbia per la possibilità che il regista romano non possa essere più perseguito per decorrenza dei termini di legge. In questo caso le vittime potrebbero solo cercare di ottenere un risarcimento economico, ma forse neanche questo sarà possibile senza un riconoscimento di colpa in ambito penale, con tanto di testimonianze e fatti convalidati.