Isabella Rossellini appoggia con convinzione il movimento #MeToo e la decisione di molte donne di condividere la propria dolorosa esperienza, dopo il caso Weinstein, raccontando Molestie, abusi e violenze carnali subite, per spingere la società americana ad un cambiamento profondo. Lo fa in una lunga intervista a Vulture, in cui per la prima volta parla del dramma subito quando era una giovane ragazza in Italia, facendo alcune rivelazioni sorprendenti. Anche la figlia di Roberto Rossellini ed Ingrid Bergman non si sottrae dal rievocare – andando indietro nel tempo fino a quasi cinquant’anni fa – un episodio oscuro del proprio passato, di cui però ha deciso di omettere un particolare importante.
Una violenza subita quasi cinquant’anni fa
Infatti l’attrice italoamericana rivela di aver subito uno stupro da parte di un ragazzo di un anno più grande di lei quando aveva circa 15-16 anni. Ma aggiunge di non voler denunciare l’accaduto perché ormai è passato troppo tempo: “Che senso avrebbe rievocare questa vicenda 48 anni dopo? Quell’uomo oggi potrebbe avere una famiglia, dei figli, non mi sento di rovinargli la vita” spiega la Rossellini che aggiunge che, data la sua celebrità in Italia, in molti le chiederebbero di fare il nome dello stupratore, di cui ha perso da anni le tracce, e secondo lei, visto il tempo passato, questo non sarebbe giusto. Anche perché quel gesto, per Isabella, è stato figlio della cultura di quel tempo; ed è a questo punto che la donna parte con un’accurata ed impietosa descrizione del contesto in cui è maturata quella violenza.
In Italia ancora troppo machismo
Nell’Italia di quell’epoca un gesto simile, per la Rossellini, poteva essere tollerato. “Quando ero ragazza e andavo per strada, spesso qualcuno mi gridava che avevo dei bei seni – spiega l’attrice – ma quella non era vista dagli uomini come una molestia verbale, ma quasi come un complimento che avrebbe dovuto farmi piacere, perché ero stata notata”.
Ma nella lunga conversazione l’interprete di “Velluto Blu” si sofferma anche sul concetto di machismo in Italia – arrivando a dire che nella nostra cultura agli uomini viene spesso insegnato che un “no” di una donna è in realtà un “sì” – per poi interrompere il ragionamento, “non volendo finire in una bufera” da cui sarebbe difficile uscire.
In realtà Isabella, con il suo discorso, conferma quanto dichiarato più volte da quelle vittime, come Asia Argento, che hanno notato come nel nostro Paese, l’opinione pubblica se la prenda con coloro che denunciano, piuttosto che con i molestatori. La Rossellini, infine, ribadisce di supportare i movimenti come Time’s up proprio perché utili a far cambiare una mentalità dura a morire, pronta a sminuire una donna anche con quello che sembra un complimento, come può essere un “mi piace come ti sta la tua gonna” detto da un capo ad una dipendente, o quel “sembri così bella per la tua età” che l’attrice, testimonial di una nota marca di cosmetici, si sente spesso ripetere.