Oggi, dopo ben 31 anni dall’uscita nelle sale del capolavoro di Stanley Kubrick “Full Metal Jacket”, le diverse locandine della pellicola, come l’elmetto militare o il volto minaccioso del sergente Hartman, tornano popolari sui quotidiani, purtroppo alla pagina della cronaca. Muore infatti l’attore Ronald Lee Ermey a 74 anni, che nel film interpretò proprio l’autoritario sergente, ruolo che gli conferì una nomination al Golden Globe come miglior attore non protagonista.

La psicologia militare

Il talento dell’attore hanno trasmetto a tutti la rigidità del contesto militare americano attraverso una reinterpretazione più leggera e quasi divertente, come volle lo stesso Kubrick.

Le scene legate all’addestramento dei soldati sono molto più vicine alla realtà di quello che spesso si pensa, e non ci stiamo riferendo alla vena comica della scena, ma alla rigidità del contesto. Quando si parla di addestramento militare infatti si parla proprio di un’arte, maturata in migliaia di anni di storia atta a trasformare delle persone in soldati. In psicoterapia i soldati non sono considerati solo degli uomini con una professione singolare: sono delle persone la cui mente è stata forgiata secondo procedure specifiche.

Le reclute devono scardinare fin da subito la libertà di opinione come la società moderna la intende: un soldato non deve chiedersi il perché delle cose, deve eseguire gli ordini.

Questa frase è nota a tutti bene o male, ma pochi si sono chiesti quanti sia difficile non fermarsi a riflettere, a giudicare o a contestare le motivazioni di un ordine. È la base della natura umana, come disse Bion (noto psicoterapeuta militare del ventesimo secolo), interagire con gli ordini, ed è logico pensare quanto sia difficile reprimere questo istinto che ci distingue dagli animali.

La persuasione coercitiva

Parlando di leva militare, l’ottica psicologica vede un lavoro di rieducazione e persuasione coercitiva che tentano di piegare la volontà di individui adulti, per ricostruire delle persone nuove. Per definizione questo genere di persuasione sfrutta canali efficaci come la rigidità e l’autorità per riformare le reclute come soldati.

L’addestramento infatti è “fisico” (impiego delle armi, delle gerarchie, allenamento fisico) rappresenta un granello di polvere rispetto a quello “psicologico”; le reclute infatti devono abbandonare l’educazione sociale che hanno imparato dalla società, ovvero la libertà di parola o di azione, la riflessività e la libertà di opinione come anche la possibilità di scegliere.

Siamo cresciuti con questi pilastri, l’abc del mondo moderno che naturalmente diamo per scontato; molte persone infatti senza queste basi falliscono l’addestramento, crollano di fronte alla pressione del sistema, come succede anche nel film in una delle scene che vedeva coinvolti la recluta “palla di neve” e il sergente Hartman.