È l'alba del 17 aprile quando, nei dintorni della stazione centrale di Milano, un senzatetto fa una macabra scoperta: un mucchio di ossa, probabilmente umane, all'interno di un deposito abbandonato delle Ferrovie dello Stato in cui l'uomo cercava riparo, locale che contiene ancora del materiale dismesso dallo scalo ferroviario milanese.

Il ritrovamento

Dopo i primi accertamenti, si è avuta la conferma che i resti sono di natura umana ed accanto allo scheletro è stata ritrovata una carta d'identità, appartenente a Umberto Barresi. Poiché le condizioni dei resti non consentono una identificazione del sesso, gli inquirenti stanno seguendo questa pista.

Lo scheletro era in buone condizioni, ma deteriorato degli animali e dal tempo. È probabile che il decesso non sia avvenuto recentemente e che i clochard della zona abbiano evitato di avvisare le forze dell'ordine per non avere guai. Comunque sarà molto complicato trovare degli indizi visto che tutta l'area è ricoperta di polvere, smog e muffa.

Sono i resti di un uomo scomparso da 26 anni?

Umberto Barresi è un uomo di 75 anni scomparso da 26 anni, siciliano originario della provincia di Enna, svanì nel nulla il 15 giugno 1991, di lui si era occupato la trasmissione della Rai Chi l’ha visto? quasi dieci anni fa. Umberto Barresi soffriva di turbe psichiche, seri problemi di schizofrenia fin da adolescente.

Questo gli aveva precluso una vita sociale normale, non aveva mai trovato un'occupazione continuativa, né era mai riuscito a formare un nucleo famigliare. Il luogo dove sono stati ritrovati quelli che - probabilmente - sono i suoi resti è emblematico. Barresi viaggiava spesso in treno per recarsi a Milano, mantenuto dalla pensione dei genitori, dove soggiornava all’Istituto Giovanni Ferrara per persone disagiate.

Al lavoro lo staff che esaminò Yara

Sarà lo staff della dottoressa anatomopatologa Cristina Cattaneo, ad effettuare gli esami autoptici e le rilevazioni sullo scheletro ritrovato. La Cattaneo ha già seguito diversi casi in passato, come quello dell’assassinio di Yara Gambiraso, la giovane ginnasta uccisa nel bergamasco, per il cui omicidio è stato condannato Massimo Bossetti.

Dalle prime indiscrezioni che giungono, non sono stati rilevati segni di violenza e si ipotizza un decesso naturale, probabilmente nel sonno forse per l'intenso freddo dell'inverno milanese, poiché accanto al corpo è stato ritrovata la cenere di un fuocherello.