I passanti che per primi hanno scoperto quello che era successo non credevano ai loro occhi. Nel mezzo di un prato del Prospect Park di Brooklyn a New York giaceva il corpo di un uomo interamente carbonizzato, ormai irriconoscibile ed ancora fumante. Poco distante, in un carrello della spesa abbandonato, un foglio di carta con poche parole che spiegavano il significato di quel gesto. Quando sono arrivate le forze dell’ordine non hanno potuto far altro che transennare la zona e constatare l’avvenuto decesso, in quello che è da subito sembrato un suicidio.

Ma la sorpresa maggiore è avvenuta nel momento dell’identificazione della vittima: si trattava di David Buckel, di 60 anni, legale famoso per alcuni dei processi da lui seguiti in passato.

L’avvocato dei diritti dei gay

Infatti l’avvocato Buckel era stato protagonista di numerose battaglie per i diritti dei gay. A lungo membro di Lambda Legal, un’organizzazione non profit che si occupa di garantire assistenza ai membri della comunità Lgbti. Tra le altre, era stato impegnato in una celebre causa sul bullismo nelle scuole contro i giovani omosessuali e in diverse controversie legali sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. In particolare le sue vittorie processuali in New Jersey e Iowa avevano spianato la strada al riconoscimento delle nozze tra persone dello stesso sesso negli Stati Uniti.

Ma forse il caso più noto era stato quello dell'assassinio del giovane transgender Brandon Teena – la vicenda raccontata nel film "Boys Don’t Cry", che ha fatto conquistare un Oscar alla protagonista Hilary Swank – in cui Buckel eaveva difeso gli eredi della vittima.

Le motivazioni del suicidio

Da qualche tempo Buckel aveva lasciato Lambda Legal per occuparsi di difesa dell’ambiente.

Un tema che l’aveva appassionato e che l’ha spinto a compiere un gesto di protesta estremo, l’immolarsi per la causa della lotta contro l’inquinamento. Infatti, come ha stabilito la polizia, l’avvocato si è cosparso di benzina e si è dato fuoco all’alba, quando il parco era ancora deserto. A rivelarne i motivi, la nota lasciata su un carrello della spesa trovato a pochi passi dal suo corpo, in cui esprimeva la speranza che la sua morte potesse essere utile a richiamare l’attenzione sul problema a lui tanto caro.

Maggiori spiegazioni sono contenute in un’e-mail inviata al New York Times, subito prima di togliersi la vita. “L’inquinamento sta distruggendo il mondo, la maggior parte degli esseri umani ormai respira aria resa malsana dai combustibili fossili, molti di loro muoiono prematuramente – scrive nel suo ultimo messaggio – con il mio sacrificio voglio evidenziare quello che stiamo facendo a noi stessi”. Segue un’amara riflessione sul fatto che coloro che combattono per migliorare la vita degli altri alla fine si rendono conto di non essere riusciti a cambiare molto. Infine la drammatica chiusura, in cui invita tutti ad attivarsi nella tutela dell’ambiente: “Sono stato privilegiato nel godere di un’ottima salute fino a questo momento, adesso tutte le rispettabili cause per cui ho lottato in vita mi spingono a combattere anche nel momento di morire”.