Alle 9:03 (ora italiana) una scossa di Terremoto di magnitudo 3.2 della scala Richter, ha colpito il Centro Italia. Secondo il centro di calcolo sismologico della zona euro-mediterranea EMSC, il sisma avrebbe avuto il suo esatto epicentro fra Pieve Torina e Camerino, nelle Marche sudoccidentali. L'ipocentro dell'evento è stato individuato, invece, ad appena 9 chilometri di profondità. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV, da stime preliminari, confermebbe suddetti dati, specificando inoltre i comuni più prossimi all'epicentro della scossa, ossia Muccia, Pieve Torina, Pievebovigliana, Fiordimonte, Serravalle di Chienti, Camerino, Monte Cavallo, Fiastra entro un raggio di 10 chilometri; Acquacanica, Sefro, Pioraco, Visso, Ussita, Castelraimondo, Fiuminata, Caldarola, Bolognola, Serrapetrona, Cessapalombo, Belforte del Chienti, Camporotondo di Fiastrone, Gagliole compresi fra i 10 e i 20 chilometri.
La scossa, avvertita dalla popolazione soprattutto a Camerino, non ha provocato danni a persone o cose.
Le Marche rappresentano il confine settentrionale del cratere sismico del terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017
La sequenza sismica che stiamo osservando nel Centro Italia ormai da quasi due anni non si è ancora esaurita. Lo testimoniano queste continue scosse di assestamento che non hanno mai smesso di far tremare, anche se lievemente, l'intero territorio dell'Appennino Centrale, fra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Ognuna di queste regioni ha pagato un grave tributo in termini di danni ad edifici e infrastrutture. Il Lazio è la regione che ha perso più persone, durante la sequenza, iniziata il 24 agosto 2016, quando un sisma di magnitudo 6.0 della scala Richter colpì con violenza le province di Rieti e Ascoli Piceno, fra i comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, dove vi furono rispettivamente 238, 11 e 50 vittime.
Seguirono altre scosse fortissime il 26 ottobre 2016, in quello che viene subito definito come il confine settentrionale del cratere sismico, ossia le Marche. In effetti, tutti i terremoti importanti della sequenza si sono registrati in seguito ad un'attivazione di più segmenti di faglie che fanno però parte dello stesso complesso sistema, ossia quello dell'Appennino Centrale.
Il terremoto del 31 marzo a L'Aquila
Invece, di più difficile catalogazione è il sisma di magnitudo 3.9 della scala Richter che, il 31 marzo 2018, ha colpito L'Aquila, molto più a sud del margine meridionale del cosiddetto cratere sismico del terremoto del 2016 e 2017, individuato nei pressi del Gran Sasso, dove il 18 gennaio 2017 si verificarono tre scosse superiori a magnitudo 5.0 della scala Richter.