Il dolce far nulla, non era neanche contemplato da un contadino romano, mentre oggi, è la realtà quotidiana di ogni adolescente in piena crisi di identità. Cercare conforto nella famiglia, nei propri pilastri è difficile ancor più di comprendere il teorema di turno, ma sta qui il problema. L’inconsapevolezza del problema, il panorama confuso e le voci, i pareri che si propongono come loro pensieri, alimentano l’inadeguatezza, indossata nel quotidiano, e compensata nel consumo di droghe. Visione pessimistica, accompagnata da 4.000.000 di consumatori di cannabis nell’ultimo anno, e numeri in aumento rispetto ai precedenti 60.000 dipendenti da cocaina e ben, 4.260.000 adulti che hanno provato almeno una volta.

Numeri che parlano da se, ma se consideriamo le possibilità di miglioramento, i principali spunti li fornisce proprio la cannabis, con la sua alta influenza sia nel mercato, che nella società. Depenalizzarla, fornisce vie guida per far circolare altra merce per vie più astute, mentre legalizzarla del tutto, tassandola come monopolio di stato, non solo gioverebbe 8.500.000 miliardi di euro all’Italia, ma avrebbe risvolti sociali positivi, che coltivati da buon contadino, frutterebbero a tutte le future generazioni.

Correlazione danni cognitivi e consumo di Cannabis

Tutto ciò non vuole assolutamente oscurare la realtà comune ad ogni droga, il danno che porta in se, bensì ridurre la portata dell’ingigantimento del problema, che da secca in piena è giunto alla foce della disinformazione.

Il risultato di un nuovo studio apparso sui “Proceedings of the National Academy of Science” di Nicholas Jackson e colleghi della Southern California University, mette in discussione i risultati delle precedenti ricerche sui danni cognitivi della Cannabis. Le precedenti ricerche sulla correlazione dei danni cognitivi si erano basate su campioni rappresentativi per un periodo di tempo limitato, mentre tale ricerca longitudinale, effettuata su 3000 soggetti tra cui gemelli omozigoti ed eterozigoti, ha portato a risultati in cui la differenza di declino cognitivo tra fumatori e non, è trascurabile, dunque declino cognitivo e consumo di cannabis sono state definite come predisposizioni a se stanti.

Prospettive di miglioramento

Investimenti in strutture di riabilitazione, e assistenza per tossicodipendenti mirata al reinserimento sociale; finanziamenti per la protezione dei minori, e in programmi di protezione ed educazione; diminuzione delle entrate nelle casse della criminalità, Mafia e Ndrangheta in particolare. La cannabis light ha smorzato parte del problema, ma configurandosi come un rattoppo dal calzolaio, quando aumenterebbe anche la tolleranza, e avverrebbe l’eliminazione del tabù comune, come anche la riduzione del numero di adolescenti riversati nel consumo di droghe per trasgressione.

Il rischio più concreto derivante dal suo consumo, è l’estraneazione, il rifugio, la ricerca di sicurezza, che non dovrebbe essere inalata per vie respiratorie, ma forgiata e costruita sulla propria storia, degna d’autostima, non d’abbandono.