Mark Heyer, astronomo dell'Università del Massachusetts, ha creato un vero e proprio spartito basandosi sui segnali gassosi in movimento nella nostra galassia. Il risultato è stato un brano blues, intitolato "Milky way Blues", ispirandosi al genere musicale. "Le note riflettono la velocità dei gas che ruotano intorno al centro della nostra galassia", ha spiegato lo scienziato.

L'accademico ha utilizzato una scala minore pentatonica, riuscendo a trasformare i dati raccolti in note, pianoforte e sax. Grazie a questo lavoro creativo, i gas molecolari sono diventati il suono di un piano, le sostanze gassose atomiche un basso, e quelle ionizzate un sassofono.

Una direzione in particolare dei gas è indicata da note alte, mentre le più basse sono generate dal movimento in senso contrario, quelle le più lunghe che hanno un'emissione più forte.

Il ricercatore ha riportato che ogni osservazione è indicata da una linea che corrisponde all'area di puntamento del telescopio, mentre gli obiettivi circolari indicano la posizione dei gas all'interno della Via Lattea.

Un'idea antica

L'idea di trasformare i numeri e i dati provenienti dallo spazio non è legata esclusivamente ai giorni nostri, ma è il frutto di una sperimentazione già verificatasi in passato. Keplero nel 1619 pubblicò un'opera a tal proposito, ovvero la "Armonia del mondo", un trattato nel quale si soffermò sulle analogie nell'armonia della musica, la congruenza nelle forme presenti in geometria e il mondo della fisica.

Nell'ultima parte inserì l'enunciazione della ben nota terza legge sul moto dei pianeti, elaborata dal noto astronomo.

La teoria di Keplero sull'armonia si basava sul seguente concetto: la musica delle sfere è il mezzo che connette numerose discipline, in particolare la geometria sacra, l'astrologia e le note musicali. Egli riscontrò, con una certa sorpresa, che vi era una variazione pari a quella di un semitono per quanto concerne la massima velocità angolare e la minima velocità della Terra misurate dal Sole, la medesima che intercorreva tra le note Mi e Fa.

Fra gli esempi più recenti vi è quello di Domenico Vicinanza, che ha utilizzato le rivelazioni dei raggi cosmici provenienti dalla sonda Voyager per creare un duetto, mentre un astronomo proveniente dalla Turchia ha composto un brano utilizzando i suoni provenienti ad un astro oggetto di indagini scientifiche. Ciò rievoca il pensiero di Galileo, il quale affermava che "La matematica è il linguaggio della creazione di Dio", dunque la materia medesima manifesterebbe questo codice universale.