Sequestrati più di 300 mila cosciotti di prosciutto crudo e 140 allevamenti sono finiti sotto indagine dalla Procura di Torino. Ben 220 mila dei prodotti in questione sono stati rivenduti ai marchi San Daniele e di Parma. Il valore di questo giro ammonta ad un totale di 90 milioni di euro. Ovviamente si tratta di una truffa bella e buona ai danni del cliente che crede di acquistare un prosciutto di un certo tipo ma in realtà non è così.

I dettagli della vicenda

Lo vicenda ha suscitato molto clamore tra tutti consumatori che per anni hanno richiesto e acquistato ai banconi dei supermercati i prosciutti a marca San Daniele o di Parma senza però sapere che in realtà questi non erano gli originali.

A svolgere la denuncia che ha poi dato il via all'inchiesta, è stato il Fatto Alimentare. Il prosciutto crudo in questione apparteneva a maiali nati con il seme di Duroc danese, consorzio non previsto per le due aziende sopra citate.

Ad alcuni la cosa potrà non sembrare così seria ma in realtà lo è: il consumatore è stato infatti ingannato e spinto all'acquisto di un prosciutto crudo che in realtà non era quello originale. Le due aziende sono adesso accusate di frode in commercio, falso, contraffazione dei marchi e truffa ai danni dell'Unione Europea. Alcune delle aziende coinvolte nello scandalo hanno ammesso la frode ai danni dei consumatori e sono riusciti a far dissequestrare i prodotti rivendendoli come dei normalissimi prosciutti crudi.

Una storia a lungo nascosta

La vicenda in realtà, pare risalga a circa un anno fa ma per un lungo tempo è stata tenuta nascosta. San Daniele e di Parma assicurava ai sui clienti la provenienza da un determinato territorio, ma in realtà i maiali in questione provenivano da una razza nordamericana. Un tipo di prosciutto ben diverso dunque da quello che i clienti erano convinti di acquistare con i propri soldi.

A quanto pare il tutto avrebbe preso il via in centro genetico torinese che avrebbe commercializzato lo sperma di maiali danesi.

Da lì poi la cosa si estesa agli allevatori che lo hanno acquistato, ai produttori e ai rivenditori, creando così lo scandalo venuto fuori nelle ultime ore. I consumatori italiani sono molto indignati riguardo la vicenda e sperano che l'inganno fatto ai loro danni abbia la giusta pena per i produttori di San Daniele e di Parma. Non ci resta dunque che attendere per capire quale sarà la sentenza dei giudici sul caso in questione.