Un giovane lavoratore, Alessandro R., é stato costretto ad accettare un'amara realtà: vivere per strada con la propria moglie e i propri figli, senza un'abitazione.

Una storia drammatica

La famiglia non navigava in buone acque, a causa del cattivo andamento dell'azienda presso cui l'uomo lavorava; una serie interminabile di licenziamenti, il denaro insufficiente per pagare l'affitto sono le principali cause che hanno portato a una scelta inevitabile: trasferirsi in una macchina. Durante un'intervista al Corriere della Sera, l'ex dipendente racconta la piega che ha preso la sua vita quotidiana, fatta di notti insonni trascorse a "riposare" nella propria automobile, fino all'imbarazzo e al disagio della propria condizione sociale.

"Non ho mai smesso di lavorare, anche nel momento in cui arrivare alla fine del mese significava racimolare il denaro sufficiente a coprire le spese (da quelle alimentari all'affitto e alle bollette)" spiega Alessandro, che ha svolto ogni genere di mansione: corriere, magazziniere, addetto al volantinaggio. "Dopo ogni lavoro, venivo sostituito e licenziato e dovevo ricominciare daccapo. Un giorno é successo che una delle aziende che mi aveva assunto é fallita, licenziandomi e lasciandomi a casa con mesi di stipendio arretrati".

L'appello della moglie

A lanciare un grido di aiuto é la compagna Alessandra, 31 anni, figlia di tre bambini, la cui età non supera i quattro anni. La famiglia vive ormai da giorni in precarie condizioni di vita e senza il miraggio di certezze e possibilità di riemersione dal buio.

Racconta la moglie: "Vorremmo soltanto avere una casa, continuiamo a mandare curriculum, ma nessuno ci prende in considerazione. Ce la stiamo mettendo tutta, ma qui, in queste condizioni climatiche precarie, rischiamo di arrenderci". Ciò che conforta la famiglia é la generosità del vicinato, i continui doni fatti di monete, alimenti, discorsi di incoraggiamento a non desistere nella lotta quotidiana per la sopravvivenza: "È un grande aiuto, una spinta contro il baratro della disperazione, con quella dignità che rischiamo di perdere sotto le ruote dell'auto".

Lo specchio del paese

Questa é una storia come tante, frutto di un processo d'impoverimento del paese, in cui la flessibilità é divenuta legge e il welfare é stato sacrificato in nome del mercato del lavoro, sempre più fluido e meno prevedibile. Questa famiglia, come migliaia in Italia, è nella morsa di scelte politiche liberiste, che potranno essere scongiurate solo da una presa di coscienza collettiva.