Negli ultimi giorni la Spagna è nuovamente scesa in piazza per protestare ma, stavolta, non per motivi politici e indipendentisti e non solo in Catalogna. I tanti gruppi (soprattutto femministi ma non solo) che riempiono strade e cortei di tutte le maggiori città del regno sono tutti lì, una volta tanto, per una ragione comune: protestare contro la decisione del tribunale di Navarra nei confronti dello stupro avvenuto due anni fa nei confronti di una ragazza madrilena di diciotto anni da parte di un vero e proprio branco composto da cinque uomini ( tra cui anche un poliziotto), tutti di Siviglia.

E' la festa di San Firmino (San Fermín in spagnolo), l'annuale ricorrenza che va dal 6 al 14 di luglio a Pamplona, capoluogo della regione spagnola di Navarra. I più conosceranno la festività per il tradizionale Encierro, ossia la corsa dei tori nel centro cittadino e a cui partecipano ogni anno centinaia di manifestanti che culmina nell'arrivo al centro della plaza de toros. Una festa che in Spagna è molto sentita e che moltissimi, tra giovani ma anche anziani, aspetta con ansia durante tutto l'anno. E' l'occasione per unirsi, per far festa. Eppure, nel luglio di due anni fa, non è stato così per tutti.

Durante la festa infatti, il gruppo di cinque uomini ha spinto la giovane all'interno di un casolare in cui è stata violentata a turno dal branco (manada in spagnolo, questo l'epiteto con cui il gruppo chiamava la sua compagnia su Whatsapp) e ripresa con i cellulari, video poi girati su molti social network spagnoli.

La ragazza verrà ritrovata la mattina dopo in posizione fetale ai piedi del palazzo, piangente e visibilmente sotto shock prima di raccontare l'accaduto.

Sembra proprio che sia stato quel video tanto discusso e che inizialmente pareva indispensabile alla condanna dei cinque finchè non arriva la sentenza di qualche giorno fa: dal video si evince come la ragazza abbia tenuto gli occhi chiusi per tutta la durata dei lunghi rapporti, e non abbia inoltre opposto resistenza all'abuso apparendo come paralizzata.

L'idea che un pubblico ministero abbia potuto ritenere questi dettagli come sinonimo di consensualità da parte della ragazza ha provocato ovunque sdegno e disgusto, quasi orrore. Il giudice ha infatti negato la condanna per stupro al gruppo della manada, prediligendo l'accusa di abuso sessuale che in Spagna viene appunto differenziato dalla violenza carnale per la presenza di una evidente costrizione fisica o intimidatoria, e punendo gli autori a nove anni di carcere (anzichè con i venti richiesti dall'accusa).

Da qui, le proteste non sono mancate e anzi, pare che addirittura il governo di Madrid abbia annunciato una revisione delle norme a proposito.

In ogni caso, non siamo qui per discutere dell'accaduto in termini vittimologici (anche se si potrebbe parlare a non finire di vittimizzazione secondaria dovuto alla successiva circolazione del video di cui i media spagnoli hanno spesso e volentieri incoraggiato la ricerca) quanto dei processi sociali che la storica Joanna Bourke chiama miti dello stupro che favoriscono questo processo di deumanizzazione di uno dei reati peggiori e più bassi sulla faccia della terra.

La gravità sociale dei miti dello stupro

Cominciamo, innanzitutto, col chiarire cosa sono a tutti gli effetti, perchè si chiamano così e che effetti hanno avuto (e hanno ancora oggi) sul pensiero della società riguardo l'abuso sessuale.

I miti dello stupro, così chiamati dalla Bourke, derivano dal significato stesso di "mito" come storia che viene raccontata e tramandata di generazione in generazione ed in cui gli uomini credono ciecamente, talvolta rispecchiandovisi e dotandoli di tanta importanza da essere utilizzati nella spiegazione di determinati fenomeni.

Storie che venivano raccontate in tempi antichi quindi, e formulate quasi esclusivamente da uomini, hanno per secoli alimentato false credenze, supposizioni illogiche che hanno spesso posizionato la donna in posizioni disdicevoli e, in ambito sessuale, molte volte denigrate e relegate a ruoli di provocatrice, bugiarda, sleale. E' proprio questo uno dei primissimi miti che viene preso in considerazione dalla storica: secondo molti uomini del passato, ma anche odierni, le donne sono spesso inclini alla menzogna per una vera e propria predisposizione genetica, e che in particolare riguardo l'atto sessuale fosse comune che la donna mentisse, ad esempio fingendo l'orgasmo o, come in questo caso, fingendo di esser stata violentata a seguito di un atto in realtà consensuale.

Altra credenza largamente diffusa è che sia impossibile violentare una donna che oppone resistenza. E' credenza comune, infatti, che, stringendo i fianchi e contraendo la zona pelvica, la donna possa completamente impedire la penetrazione. Tutto ciò è ovviamente falso e completamente illogico, senza alcuna presunta spiegazione scientifica di alcun tipo.

Infine, i miti che hanno probabilmente in maggior misura influenzato il caso avvenuto in Navarra sono probabilmente i più terribili ed efferati. Nella lettura dell' Ars Amatoria di Ovidio infatti, notiamo un concetto che subito ci salta all'occhio: "maschi e femmine recitano continuamente una commedia sessuale", uomini e donne sono cioè implicati in una farsa continua in cui gli uomini assumono il ruolo di bestie la cui virilità è manifesta e indispensabilmente riconosciuta, mentre le donne recitano il ruolo di chi sfugge all'atto sessuale ma solo inizialmente, poichè attratte in realtà dalla forza dell'uomo e dalla violenza.

Una spiegazione disgustosa, quasi inumana, eppure proviene da uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi e, molto probabilmente, proprio per questo motivo è stata portata avanti nei secoli come sottospecie di verità. Ma come questa, tantissime altre (ad esempio il mito della spada palpitante di Voltaire, altra giustificazione alla naturale aggressività sessuale dell'uomo) hanno favorito un atteggiamento verso la violenza di genere assurdamente maschilista e tradizionalista, reprimendo molto spesso le vittime, costrette a vivere in condizioni psicologiche terrificanti dovute alle ferite fisiche e morali della violenza subita. Pagine orribili della storia dell'umanità, tristemente portate avanti, come abbiamo visto, ma molti dei più grandi oratori, scrittori, artisti e filosofi di ogni epoca e che hanno minato ciò che oggi esaltiamo come valori universali.

A fronte di ciò, tornando al presente, si attende con trepidazione come il governo madrileno affronterà la questione, e sul caso della presunta, immorale condanna e sulla promessa della revisione della norma, tutto perchè i colpevoli di violenza carnale vengano una volta per tutte riconosciuti come tali, con la speranza che non si debba mai più scendere in piazza per decisioni che dovrebbero quantomeno essere rispettabili.