Un mistero risolto a metà. Nel senso che almeno ora si conosce il nome della donna che lo scorso 19 aprile era stata ritrovata da un passante, sulla battigia della spiaggia di “Aba Rossa”, a Santa Giusta, paese vicino alla città di Oristano. Si tratta infatti di una cittadina di origini svizzere, Erika Wissmann, di 57 anni, che - secondo quanto accertato dai Carabinieri della Compagnia di Oristano – viveva da tempo e da sola in una villetta di Torre del Pozzo, borgata marina del comune di Cuglieri, un paesino in provincia di Oristano e parecchio distante dal luogo dove è stata ritrovata la povera donna.

Per questo motivo – assicurano gli investigatori dell’arma – il mistero è risolto solo in parte. Considerando infatti che la povera donna era stata ritrovata nella spiaggia di Aba Rossa con indosso un costume e altri pochi indumenti, le domande nascono spontanee. Come è arrivata in quella località Erika Wissmann? Perché con lei non aveva nessun effetto personale?

Una borsa, una giacca, delle chiavi, insomma nulla di tutto ciò era stato trovato dai Carabinieri che inizialmente infatti – basandosi sui tratti somatici – avevano pensato si trattasse di una donna originaria dei paesi dell’Est. Considerando anche il fatto che in quella zona vivono numerose badanti che lavorano in diverse famiglie dell’oristanese.

Poi proprio il 19 aprile cadeva di giovedì – giorno classico di riposo delle collaboratrici domestiche dell’Est – ed era anche una bella giornata di sole, che inizialmente aveva portato gli inquirenti sulla pista di una morte causata da una tragica fatalità.

Indagini in corso

Gli investigatori dei Carabinieri stanno indagando sul passato di Erika Wissmann che – almeno apparentemente –sembra essere una persona normalissima.

La donna infatti aveva abbandonato da tempo la Svizzera e si era trasferita a Torre del Pozzo, borgata marina di Cuglieri, dove viveva da sola grazie ad una piccola pensione e dove spesso e volentieri faceva del volontariato nel campo dell’assistenza sociale. Nella lontana svizzera aveva lasciato l’anziana madre, che a giorni arriverà in Sardegna per effettuare il riconoscimento ufficiale.

Le domande che si pongono gli inquirenti sono tante. La prima è come Erika Wissmann sia potuta arrivare da sola nella spiaggia di Aba Rossa. Considerando soprattutto il fatto che la sua abitazione si trova a una cinquantina di chilometri di distanza. Stando alle prime indiscrezioni infatti la povera donna non aveva nemmeno un’automobile. E i Carabinieri non hanno nemmeno trovato nessuna traccia che facesse pensare alla presenza di un’auto nella spiaggia di Aba Rossa, dove era stato ritrovato il corpo senza vita della donna svizzera.

Tante le ipotesi

Ora che è stato dato un nome al corpo senza vita della donna ritrovata ad Aba Rossa, la Procura della Repubblica di Oristano dovrà indagare su cosa possa essere accaduto lo scorso 19 aprile a Santa Giusta.

Gli esami autoptici effettuati sulla cittadina svizzera infatti lasciano aperte tutte le ipotesi possibili. La signora svizzera infatti potrebbe aver avuto un malore mentre camminava lungo la battigia e potrebbe essere morta in seguito ad un annegamento. Ma c’è anche l’ipotesi del suicidio che non viene scartata dagli inquirenti, come anche quella del possibile omicidio che però è considerata molto improbabile. Ciò che più turba gli inquirenti è comunque il fatto di come la donna possa essere arrivata ad Aba Rossa senza auto ma soprattutto senza lasciare alcuna traccia, nonostante la zona sia molto trafficata e sia stata ispezionata palmo per palmo. Le indagini sono ancora in corso e ci saranno sicuramente degli aggiornamenti.