Lo avevano chiamato “Day Zero”, il giorno calcolato in cui la città di 4 milioni di abitanti avrebbe esaurito definitivamente le scorte d’acqua; la previsione più ottimistica sarebbe stata il razionamento delle risorse alla popolazione, tramite pozzi sotterranei. Eppure adesso la metropoli sudafricana potrebbe aver sistemato - o per meglio dire rinviato - la terribile situazione.

Attenzione: iceberg in transito

Il nome del temporaneo salvatore è Nicholas Sloane, il quale ha proposto un’idea unica nel suo genere. Ad alcuni chilometri da Città del Capo, infatti, sarebbe presente un iceberg che, staccatosi dall’Antartide, potrebbe essere “catturato” e trasportato fino a riva, dove verrebbe poi riutilizzato come riserva di acqua potabile.

Il piano prevede perciò il trasporto dell’iceberg tramite petroliere che, arpionandolo, lo trascinerebbero poi fino alla costa occidentale del Sudafrica, dove verrebbe tagliato e depositato in un bacino apposito.Uno stratagemma un po’ folle, che però non lascia scettici circa l’autorità di chi l’ha proposto: Sloane fu infatti l’ideatore della gigantesca opera di salvataggio della Costa Concordia nel 2013.

Ma vediamo più nel dettaglio il piano sudafricano circa l’utilizzo dell’iceberg solitario. Ogni anno, circa 2.000 miliardi di tonnellate di ghiaccio si staccano dal continente antartico a causa del riscaldamento globale, e si ritrovano così a navigare alla deriva negli oceani. Molti di questi iceberg, spostati dalla corrente, arrivano fino ai mari sudafricani.

Tramite dei calcoli certificati, Sloane ha appurato che solo con 70.000 tonnellate si potrebbero fornire tra i 100 e i 150 milioni di litri al giorno per un anno; con ciò sarebbe quindi possibile salvare più di un terzo della popolazione, cosa che gli impianti di desalinizzazione non sono al momento in grado di fare.

Il vero problema

Il Sudafrica è tra le nazioni più aride al mondo, privo di grandi bacini idrici e vittima della desertificazione. A complicare ulteriormente le cose, il biennio 2015-2016 ha portato ben poche piogge, causando una crisi senza precedenti. Già dall’inizio di quest’anno, l’enorme diga di Theewaterskloof, a pochi chilometri da Città del Capo, era praticamente vuota.

Con ciò non è detto che sia impossibile trovare una soluzione, come dimostra Sloane. Ciò che resta da chiederci in principio è: quando, per noi esseri umani, sarà abbastanza? Perché se è vero che la cattura di un Iceberg può sopperire alla mancanza d’acqua, si tratta pur sempre di un rimedio estremo e che potrebbe, a lungo andare, provocare danni irreversibili all’Ambiente.

Resta inoltre da dire che un simile progetto consentirebbe al Sudafrica di rimettersi in sesto solo temporaneamente: una simile scorta d’acqua, infatti, porterebbe alla situazione attuale di nuovo nel 2019. Ciò che, si spera, possa essere messo in atto - insieme al trasporto di un iceberg -, è anche una buona politica dei consumi unita a un minore sfruttamento delle terre e dei bacini idrici. Perché, se è vero che un semplice iceberg può risolvere un po’ la situazione, non va dimenticato che è pur sempre l’oggetto che ha fatto affondare il Titanic.