Tra il 17 e il 19 maggio si è tenuta a Milano la VI°edizione del Smm (Social Media Marketing and Digital Communication), evento di riferimento per gli esperti di marketing e comunicazione digitale. Fra i diversi appuntamenti emergono una serie di riflessioni interessanti sul problema delle fake news e la loro diffusione su social network ormai planetari quali, in prima fila, Facebook e Twitter.
Le notizie social
L'effettiva portata del fenomeno non può essere valutata dagli stessi fruitori dei social perché ormai è estremamente labile il confine tra notizia vera, distorta o completamente inventata.
In un confusionario mix di post, bot e link improbabili, l'utente medio è vittima dei suoi stessi scrolls che lo portano a guardare con indifferenza titoloni accattivanti, talvolta senza neppure leggere per intero un articolo. Sta qui il dato più allarmante, secondo il direttore dell'Ansa Luigi Contu: la stragrande maggioranza delle persone non si preoccupa di verificare l'attendibilità di una fonte.
Diventa facile a questo punto dare credito alle fake news, che proliferano anche sotto forma di contenuti audio e video. Ed è una crescita incontrollata, soprattutto se si considera l'assenza, per i pezzi grossi della rete e dei social network, di controlli e di normative in merito. Normative che Contu sollecita apertamente.
La digitalizzazione delle informazioni è un'arma a doppio taglio. Da un lato ha permesso l'abbattimento di quelli che erano i costi della stampa e del giornale, dall'altro, ha eliminato il passaggio della verifica dell'informazione e della sua fonte, aprendo la strada alla manipolazione (talvolta programmatica) delle notizie.
L'informazione low cost
Per questo è necessario evitare di ridurre i costi dell'informazione di qualità. L'Italia, e in generale l'intera Unione Europea, dovrebbe guardare all'esempio dei 'big' dell'informazione digitale, ovvero Stati Uniti, Cina, Russia, ha ribadito il digital advisor Andrea Albanese. Ad oggi la potenza di un paese va oltre l'economia: è 'potenza digitale', ottimizzazione della gestione e della manipolazione dei dati.
Dunque è necessario essere competitivi e sviluppare tools e piattaforme made in Eu, continua Albanese. Ancora più importante, bisogna fare attenzione e valutare accuratamente il social dove si pubblica, poiché ciascuno ha un proprio criterio di classificazione e rating delle news (SEO).
Dulcis in fundo, non è scontato appellarsi al buon senso dei lettori e fruitori di contenuti digitali, che possono districarsi nella marea di fake news attraverso un confronto tra pagine, piattaforme e social nel giro di pochi secondi. È tutto a portata di click (o meglio, di touch) : adesso sta a voi.