Un nuovo femminicidio si è compiuto ad opera di Pietro di Salvo, a Verona. L'uomo ha strangolato l'amante, Fernanda Paoletti di 77 anni, trovata morta il 4 di giugno nel suo appartamento in via Unità d'Italia nella città scaligera. Il figlio di Fernanda Paoletti, in ansia perché la madre non rispondeva alle sue chiamate telefoniche, recatosi presso la sua abitazione, ha scoperto il cadavere. La donna aveva una corda al collo, legata ad un termosifone.

Il femminicidio confermato dal Dna dell'omicida presente sulla corda usata per strangolare la donna

Il figlio ha allertato subito le forze dell'ordine, e immediatamente la loro impressione è stata quella di un omicidio camuffato da suicidio, inscenato per sviare le indagini e per non risalire alla vera causa della morte della donna. Fernanda Paoletti era separata da anni e, secondo quanto emerso dalle indagini effettuate dalla polizia, si incontrava ogni lunedì, senza che il figlio lo sapesse, con Pietro di Salvo, da ormai parecchi anni. La squadra mobile, le accurate indagini coordinate dal Sostituto Procuratore Beatrice Zanotti della Procura di Verona, hanno quindi appurato che si trattasse dell'ennesimo femminicidio.

Il Dna presente sulla corda stretta al collo della poveretta corrispondeva a quello di Pietro di Salvo che nel frattempo, per un malore è stato ricoverato in ospedale.

Il femminicidio per mettere fine ad una situazione critica

Sembrerebbe che i due abbiano avuto una lite prima dell'omicidio, dovuta alle richieste pressanti della donna di rendere pubblica la loro relazione clandestina.

L'uomo, sposato e con due figli, non aveva nessuna intenzione di cedere alla sua richiesta, volendo mantenere segreto il loro rapporto e non volendo divorziare dalla moglie. Per questo, come si evince dalla sua confessione alla squadra mobile, Pietro di Salvo, dopo gli insulti che Fernanda Paoletti gli avrebbe rivolto, l'ha strangolata, cercando poi di depistare le indagini con quella messinscena poco credibile, con la speranza di non essere scoperto.

Pietro di Salvo ha confessato subito il suo crimine e, dopo essere stato arrestato con l'accusa di omicidio preterintenzionale, si trova ora piantonato presso l'ospedale di Verona, da dove poi sarà trasportato al carcere di Montorio. Purtroppo questo incontro tra Pietro e Fernanda, probabilmente avvenuto anni fa tramite Facebook, si è evoluto in una vera e propria tragedia.