La piaga delle fake news in questi mesi è sempre più alla ribalta. Si discute, oltre che sulle implicazioni etiche che comporta la pubblicazione dolosa di notizie false, anche sulle conseguenze che queste possono avere sull'opinione pubblica, che ne fruisce attraverso i social network.

Nell'occhio del ciclone

A farne le spese due trentenni dello stato di Assam, in India. Nilotpal Das e Abhijit Nath si sono ritrovati, ad un tratto, al centro di una spirale di odio immotivato scaturito dalla circolazione di una semplice voce riguardante un gruppo di presunti rapitori di bambini che operava in quella zona.

Tale voce venne fomentata dalla diffusione a macchia d'olio di tale bufala sui social media, in particolar modo su Facebook e Whatsapp, coadiuvata da un presunto video dei rapimenti che si è scoperto rimaneggiato ad hoc.

La sera del sette giugno, i due stavano viaggiando sul loro SUV, quando qualcuno li ha fermati per chiedere delle informazioni. A quel punto, una folla piuttosto corposa si è radunata intorno al veicolo, dando inizio al linciaggio pubblico. All'arrivo delle autorità, la mattina dopo, entrambi erano già morti.

Oltre al danno, la beffa: il video del pestaggio è stato in seguito caricato sui social network. Nel filmato si vede una delle due vittime pregare di aver salva la vita completamente ricoperta del suo stesso sangue.

Un argomento delicato

Le autorità hanno già arrestato venticinque persone responsabili di aver diffuso la bufala sul web, fomentando un clima già piuttosto teso per quanto riguarda il rapimento dei minori. In India, infatti, tra il 2015 e il 2016, ben 112.000 bambini sono stati dichiarati scomparsi, e tre quarti di loro erano di sesso femminile.

L'isteria dell'opinione pubblica indiana per quanto concerne il sequestro di bambini è ai suoi massimi livelli. A finire nel mirino soprattutto forestieri, persone che non parlano un determinato dialetto locale, le quali assurgono immediatamente a capri espiatori, o più semplicemente concittadini problematici, persone del tutto innocue ma che vengono recepite come "diverse" dal resto della popolazione.

Nell' Hyderabad, un transgender è stato ucciso in quanto accusato di essere parte di una gang dedita al rapimento, ed altri tre sono stati assaliti per lo stesso motivo.

Whatsapp è, per molti di coloro che vivono nelle zone più periferiche dell'India, l'unico accesso ad internet. Numerose manifestazioni popolari, portate avanti in larga parte da studenti, imperversano in queste ore; si chiede giustizia per Das e Nath ed un controllo più severo della polizia su coloro che fomentano odio e diffondono bufale sul web.