Davvero un furto singolare, quello avvenuto domenica 3 giugno a Rocca San Giovanni (Chieti) che ha avuto per oggetto una statua collocata a 6 metri sotto il livello del mare: quella del Cristo degli Abissi.

Il furto della statua oggetto di devozione

La suggestiva scultura era sottoposta ad una frequente manutenzione da parte dei sub dell’associazione “Orsa Minore” di Lanciano, gli stessi che il 7 agosto del 1994 avevano commissionato l'opera all’artista Vito Pacella e, ironia della sorte, i primi ad accorgersi del furto, mentre si calavano nei fondali del porticciolo di Vallevò , località Rocca di San Giovanni (Chieti), per ripulire la statua.

Il suggestivo Cristo degli Abissi era oggetto tra l’altro, di grande devozione e veniva festeggiato la prima domenica di agosto con una fiaccolata a mare e davanti ad essa vi si celebravano addirittura matrimoni.

La statua in bronzo, con le braccia spalancate, alta 80 cm e con un peso di 15 chili, era fissata ad un basamento di cemento armato ed è stata probabilmente sbullonata ai fini del trafugamento.

Si attendono i risultati delle indagini, dopo la denuncia alla stazione dei carabinieri di Fossacesia.

L'omonimo Cristo degli Abissi nelle acque liguri

Ma quella di Villavò non è l’unica statua “subacquea”, ne esiste un’altra più “datata” e forse "famosa": un omonimo Cristo degli Abissi immersa nelle acque della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino, in un’area marina protetta e a 17 metri sotto il livello del mare.

La statua fu voluta da Duilio Marcante, nel 1954, considerato il “padre della didattica subacquea”, in ricordo di Dario Gonzatti, uno dei primi sub italiani, morto durante un’immersione nel 1947.

Si tratta di una scultura di 2,50 metri di altezza realizzata da Guido Galletti, in bronzo, ottenuto dalla fusione di medaglie, elementi nautici e campane.

Le braccia del Cristo sono rivolte verso il cielo, verso Dio e aperte in segno di pace.

Negli anni, è divenuta il simbolo della passione per la subacquea e il mare, in quanto, l’immersione per osservare la statua, rientra tra le escursioni più tipiche e richieste per esplorare le spiagge della Liguria.

In Italia un patrimonio artistico "sommerso"

Potremmo, dunque, affermare che l’Italia, culla dell’arte e della cultura in generale, possieda un patrimonio artistico letteralmente “sommerso” che sembra testimoniare, in modo eloquente, l’universalità dell’arte stessa, nelle sue espressioni e nell’assenza di confini spazio-temporali come condizione espressiva.

Ancora di più riusciamo a cogliere la preziosità di certo patrimonio artistico sommerso se pensiamo agli importanti reperti archeologici, ritrovati sui fondali marini, che hanno portato alla scoperta dell’esistenza di importanti civiltà antiche. È per queste ragioni che sarebbe auspicabile la realizzazione di un sistema normativo di tutela di certi tesori sommersi, perché una simile ricchezza venga riconosciuta nel suo valore artistico-culturale oggettivo, seppure collocata in luoghi singolari e pertanto preservata da eventuali trafugamenti e squallidi commerci, così come avvenuto, purtroppo, a Chieti.